Una netta condanna è arrivata per i raid che hanno messo fuori uso l'aeroporto di Mitiga, l'unico rimasto in funzione a Tripoli, già riconquistato dalle milizie di al-Serraj
Le Nazioni Unite hanno espresso una ferma condanna per i raid aerei che nella giornata di lunedì hanno messo fuori uso l'unico aeroporto attualmente in funzione a Tripoli. L'attacco è arrivato al culmine dell'offensiva che il generale Khalifa Haftar - uomo forte della Cirenaica e Capo di stato maggiore del governo in esilio a Tobruk - sta sferrando sulla capitale libica, dove ha sede il governo di unità nazionale internazionalmente riconosciuto e guidato dal premier Fayez al-Serraj.
"L'escalation di violenza intorno a Tripoli ha causato lo sfollamento di oltre tremila persone in fuga dai combattimenti" ha dichiarato un portavoce del segretario generale Onu, Antonio Guterres. "Chiediamo una tregua umanitaria temporanea che ci consenta almeno di portare i soccorsi essenziali ed evacuare i civili, inclusi i feriti, dalla zona di conflitto"
L'Esercito nazionale libico di Haftar ha confermato la paternità dell'attacco all'aeroporto di Mitiga - l'unico rimasto in funzione nella Capitale libica - negando però di aver preso di mira voli civili. L'iniziativa rischia in ogni caso di isolare definitivamente il generale, la cui offensiva sta perdendo di slancio proprio nella zona dell'infrastruttura , già riconquistata dalle milizie fedeli ad al- Serraj, la cui resistenza si sta dimostrando molto più efficace del previsto.
La comunità internazionale - che nel 2015, proprio per superare le divisioni tra tripolitana e cirenaica, aveva riconosciuto il governo di unità nazionale - sta prendendo marcatamente le distanze da Haftar; la cui narrazione ufficiale - che vorrebbe i suoi uomini impegnati a ripulire la tripolitana dall'influenza del "terrorismo" - non sembra riuscire a far presa sull'opinione pubblica.