Brexit: guerra nei Tories, si spacca anche il fronte dei Brexiteers

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Diritti d'autore REUTERS/Henry Nicholls
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Di Salvatore Falco
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Sembra che coloro che si sono opposti all'accordo, in particolare l'European Research Group, la corrente dei conservatori 'ribelli', stia iniziando a dire che è meglio l'accordo della May che un no alla Brexit.

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Nel caos crescente sulla Brexit, la premier britannica Theresa May convoca per questo mercoledì il gruppo dei deputati Tory. Una riunione a porte chiuse per definire una tabella di marcia verso le sempre più probabili dimissioni, in un ultimo disperato tentativo di ottenere il via liberà al suo piano.

La spaccatura all'interno del Partito conservatore, intanto, si allarga anche ai 'duri e puri' pro Brexit, che iniziano a litigare tra loro.

"Penso che sia un po' prematuro dire che il piano della May sia saltato - sostiene Adam Cygan, Professore di Diritto europeo all'Università di Leicester - Sembra infatti che coloro che si sono opposti all'accordo, in particolare l'European Research Group, la corrente dei conservatori 'ribelli', stia iniziando a dire che è meglio l'accordo della May che un no alla Brexit. Penso che ora possano cambiare idea e sostenere l'accordo".

Un cambio di opinione che segue lo sfida lanciata dal Parlamento alla Premier, con la Camera dei Comuni che ha di fatto esautorato la May dalla gestione della Brexit. Euronews ha incontrato Guy Verhofstadt, coordinatore per la Brexit al Parlamento europeo.

Tesa Arcilla, euronews: "Ci dovrebbe essere un secondo referendum?"

"Non spetta a noi decidere sul secondo referendum. Non è di nostra competenza - sottolinea Guy Verhofstadt, coordinatore per la Brexit al Parlamento europeo - La nostra competenza è quella di garantire un'uscita ordinata, quindi spero di sentire dalla Camera dei Comuni, nei prossimi giorni o al più tardi la prossima settimana, se la loro proposta sia a favore di qualcosa e a favore di quale tipo di relazione".

La Camera dei Comuni si esprimerà sulla strada da intraprendere nel complicato divorzio: ci sarà una serie di voti, solo "indicativi", per delineare le opzioni del Regno Unito sull'uscita dall'Unione Europea. Ma il governo è scettico: ha detto che questo passaggio creerà un "precedente pericoloso" e che non si sentirà vincolato.

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