La nuova coalizione è destinata a seguire l'Ungheria e la Slovacchia e ad allontanare la Repubblica Ceca dal sostegno all'Ucraina nella guerra russa che dura da quasi quattro anni
Andrej Babiš è ufficialmente tornato alla guida della Repubblica Ceca. Il miliardario e leader del partito di destra ANO ha prestato giuramento martedì, inaugurando il suo secondo mandato da primo ministro dopo la prima esperienza di governo dal 2017 al 2021.
Nel suo discorso, Babiš ha promesso ai cittadini cechi di “difendere i loro interessi in patria e ovunque nel mondo” e di lavorare per rendere il Paese “il miglior posto per la vita sulla terra”.
Il suo ritorno al potere arriva dopo la netta vittoria elettorale del suo partito nelle elezioni parlamentari di ottobre, che ha spinto il presidente Petr Pavel a conferirgli il mandato per la formazione di un nuovo governo.
La nuova coalizione di governo
Per ottenere la maggioranza, Babiš ha formato una coalizione con due partiti minori:
- Libertà e Democrazia Diretta, forza anti-migranti,
- Automobilisti per sé, partito di destra che si concentra sui diritti degli automobilisti.
L’accordo tra i tre partiti prevede un gabinetto di 16 membri, di cui otto ministri saranno espressi da ANO, quattro dagli Automobilisti e tre dal Partito della Libertà. L’intero esecutivo sarà formalmente nominato dal presidente Pavel lunedì. La coalizione può contare su 108 seggi su 200 nella Camera bassa, relegando all’opposizione i partiti di centro-destra che sostenevano il precedente governo filo-occidentale guidato da Petr Fiala.
Possibile svolta nella politica estera
Il nuovo assetto ha alimentato preoccupazioni circa un possibile allontanamento della Repubblica Ceca dal fronte europeo di sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia, seguendo le linee più vicine a quelle di Ungheria e Slovacchia.
Il governo uscente di Fiala aveva offerto a Kiev un sostegno militare e umanitario significativo, accogliendo anche circa mezzo milione di rifugiati ucraini. Tuttavia, i partiti della coalizione di Babiš hanno posizioni critiche nei confronti dell’Unione europea, in particolare sulle politiche climatiche e migratorie.
Non è passato inosservato il commento del primo ministro ungherese Viktor Orbán, considerato il leader più vicino al Cremlino tra quelli dell’Ue, che ha salutato il ritorno di Babiš definendolo “un vecchio alleato”.
I rapporti con il presidente Pavel
Babiš torna premier dopo la sconfitta alle presidenziali del 2023 contro Petr Pavel, ex generale dell’esercito. Per ottenere il via libera alla nuova nomina, il leader di ANO ha dovuto accettare una condizione fondamentale: separare i suoi affari privati dalle responsabilità politiche.
Il 71enne imprenditore ha annunciato che le circa 200 aziende del conglomerato Agrofert saranno affidate a un fiduciario indipendente attraverso un fondo, mentre la supervisione resterà in mano a un protettore indipendente fino alla sua morte. L’eredità passerà poi ai suoi discendenti.
Oltre a Agrofert, Babiš possiede una vasta rete di cliniche e laboratori. Un suo stretto alleato nel partito ANO è attualmente candidato alla carica di ministro della Sanità, alimentando ulteriori discussioni sulle potenziali aree di conflitto di interesse.