Primo consiglio dei ministri dopo la strage di Christchurch, la prima ministra punta il dito contro i social network
Dopo il massacro di Christchurch in Nuova Zelanda, 50 musulmani sterminati da un suprematista bianco australiano mentre pregavano in moschea durante la preghiera del venerdì, il Paese prova a rialzarsi.
Il principale accusato, Brenton Tarrant, ha annunciato che rinuncerà al suo avvocato durante il processo, probabilmente per trasformalo in un'enorme operazione di propaganda. Un'altra preoccupazione per un Paese sotto shock ma che prova a reagire: oggi si è tenuto il primo consiglio dei ministri dopo la strage.
La prima ministra neozelandese Jacinda Ardern ha sottolineato la responsabilità dei social media quando si tratta di eventi di questo tipo in riferimento alla diffusione in streaming del video della strage "c'è molto lavoro da fare" - ha detto.
L'esecutivo ha inoltre annunciato una stretta sulla circolazione delle armi e la principale fiera delle armi della Nuova Zelanda, che avrebbe dovuto tenersi il 23 marzo, è stata cancellata.
Tutto mentre si scopre che Tarrant aveva comprato 4 dei suoi fucili sul sito internet di un negozio neozelandese. Il titolare ha specificato che la vendita è avvenuta secondo le procedure di legge e che il negozio non ha fornito a Tarrant le armi semiautomatiche di stile militare, le più potenti.
La Nuova Zelanda è un Paese dove le armi sono ampiamente diffuse, a 16 anni si può tenere la prima, a 18 già un fucile semiautomatico.
Intanto la comunità islamica di Christchurch, decimata, cerca di elaborare il lutto nella frustrazione, tra l'altro, di non poter seppellire i morti entro le 24 ore dal decesso, come prescritto dai precetti religiosi.