Brexit e Europee, incertezza per il voto italiano a Londra. Bonino: "Il governo agisca"

Mancano 24 giorni dalla Brexit e centinaia di migliaia di italiani nel Regno Unito ancora non sanno se potranno votare o meno alle Elezioni europee. O meglio, ci sperano, ma allo stato delle cose non potranno farlo sul territorio britannico e dovranno tornare in Italia per esercitare il loro diritto.
Qualora Londra ufficializzasse il suo divorzio dalla UE, infatti, si troverebbero nella stessa situazione dei loro concittadini in Svizzera o Norvegia: fuori dall'Unione Europea e quindi, per legge, tenuti a rientrare senza la possibilità di votare nelle sedi consolari.
Come abbiamo scritto qui, +Europa sta facendo una campagna per chiedere al governo di garantire l'esercizio del diritto di voto a circa 600mila connazionali nel Regno Unito.
Dopo aver presentato un'interrogazione al Ministro degli Esteri, Moavero Milanesi, Emma Bonino, senatrice e promotrice della lista +Europa, oggi è tornata a chiedere all'esecutivo un intervento legislativo straordinario.
Intervistata da Euronews, ha precisato che il "problema non è di tipo operativo, in quanto la Farnesina è pronta. La complicazione da un lato è legislativa, dall'altro riguarda la controparte inglese che non sa cosa fare".
La situazione, insomma, "è sufficientemente straordinaria da poter prevedere un intervento straordinario del governo volto a garantire l'esercizio del voto delle centinaia di migliaia di italiani nel Regno Unito che ancora non sanno se potranno votare e in che termini".
Alessandro Fusacchia, il parlamentare eletto nella circoscrizione estero di +Europa, aveva spronato il governo a fare presto. Il Ministro degli Interni, Salvini, si è detto possibilista, ma ha indicato che dovrebbe essere il Parlamento a prendere le redini dell'iniziativa di legge.
Il tempo tuttavia stringe. L'esecutivo ha mostrato in questi mesi di ben conoscere il decreto legge, uno strumento che "bypassa temporaneamente" l'Aula e dovrebbe essere adottato dal Governo solamente in casi straordinari e urgenti. È diventato ormai iter legislativo "ordinario" e così a gennaio, per esempio, il Parlamento si è limitato a votare solo ratifiche di tratttati internazionali.
"In queste settimane stiamo facendo il massimo perché qualcuno dia delle risposte chiare, è chiaro però che anche non rispondere è una risposta", conclude Emma Bonino. "La nostra tesi è che anche se serve un intervento legislativo, la situazione di incertezza è talmente straordinaria da autorizzare un intervento straordinario del governo".
Nel rimpallo di responsabilità tra Ministeri, e in attesa di capire se l'esecutivo avrà la convenienza politica per affrontare la questione, l'interrogazione di +Europa alla Farnesina giace ancora senza risposta.
Da Londra, dove è stata lanciata una raccolta firme, si attendono per i prossimi giorni azioni dimostrative davanti al Consolato.