"Foreign fighters": parla il padre di Amira, fuggita in Siria a 15 anni

"Foreign fighters": parla il padre di Amira, fuggita in Siria a 15 anni
Di Paola Cavadi
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L'inviato a Londra di Euronews Damon Embling ha intervistato il padre di Amira Abase, fuggita in Siria 4 anni fa insieme a Shamima Begum, meglio nota come la "sposa jihadista", e Kadiza Sultana, 16 anni. Oggi Shamima ha avuto un figlio e chiede di tornare nel Regno Unito e si riaccende il dibattito

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Bethnal Green, a est di Londra. E' questo il luogo che Shamima Begum, meglio nota come la "sposa jihadista", chiamava casa prima di partire per la Siria insieme ad altre due coetanee, Kadiza Sultana, 16 anni, e Amira Abase, 15 anni.

Oggi che Shamina ha avuto un figlio e ha chiesto di tornare nel Regno Unito l'opinione pubblica si divide tra favorevoli e contrari. Interviste come quella rilasciata (di seguito) alla BBC hanno lasciato un segno profondo nella società inglese. L'inviato a Londra di Euronews Damon Embling ha parlato con il padre di Amira Abase, fuggita insieme a Shamina.

Il signor Hussen Abase non ha piu' avuto notizie della figlia Amira da quando è partita 4 anni fa. Segue con preoccupazione le notizie e pensa che a Shamima dovrebbe essere riconosciuto il diritto di tornare in Gran Bretagna. "Su questa vicenda esprimo la mia opinione esattamente come fanno gli altri - dice - e secondo me dovrebbe essere autorizzata a rientrare perchè è una cittadina britannica. Io penso che dovrebbe essere autorizzata ".

Damon Embling, Euronews:"Se tornasse, pensa che dovrebbe essere indagata? "

Hussen Abase, padre di Amira Abase:"A questa domanda preferisco non rispondere."

Damon Embling, Euronews: "Ma se Shamima Begum tornasse nel Regno Unito con suo figlio, sarebbe facile per lei ricominciare a vivere qui a Londra? Il suo è un caso che ha scatenato un grande dibattito pubblico in cui le divisioni sono profonde. "

"Lei ha preso una decisione a 15 anni - sostiene questa ragazza - provi a pensare di aver preso una decisione sbagliata quando aveva 15 anni, io credo sia giusto concederle una seconda possibilità". A questa donna, invece, non piace  "l'idea che il Paese accolga una persona a cui non fanno alcun effetto le teste mozzate".

L'eco del caso si fa sentire anche nella comunità musulmana di Londra. Per Khalil Yousuf, portavoce della Ahmadiyya Muslim Community International:"Se Shamima Begum ha commesso un crimine, dovrebbe essere riportata in questo p aese, posta davanti ai nostri giudici e alle nostre giurie, e se giudicata colpevole, dovrebbe scontare la pena in prigione. dovrebbe essere soggetta a un controllo rigoroso perché la sicurezza del paese è più importante".

Una vicenda che solleva interrogativi decisivi per tutti i paesi europei che hanno assistito alle partenze dei "foreing fighters" verso Siria e Iraq. Il governo britannico ha voluto essere chiaro sulla propria posizione, specie di fronte alle sconfitte inferte all'Isil nei teatri di scontro nel mondo: chiunque decida di tornare in patria si aspetti di essere indagato.

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