Roma: referendum consultivo sul trasporto pubblico

Roma: referendum consultivo sul trasporto pubblico
Di Gioia Salvatori
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La proposta è tesa a liberalizzare, anche con diversi gestori, la municipalizzata per i trasporti ATAC. Bassa l'affluenza

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Undicimila dipendenti, un miliardo e 400 milioni di debito, un'azienda in concordato preventivo, cioè sull'orlo del fallimento, e un servizio tra i peggiori in Europa.

Oggi i romani sono chiamati a esprimersi sul futuro della municipalizzata del trasporto pubblico della Capitale, l'ATAC.

Il referendum consultivo, cioè dall'esito non vincolante per l'amministrazione, propone la liberalizzazione sotto controllo pubblico del servizio.

Il segretario nazionale dei Radicali italiani Riccardo Magi, promotore del referendum dice: "La gestione è affidata dal comune a una propria azienda, l'Atac un'azienda municipalizzata, controllata al 100 per cento dal comune che non rispetta mai il contratto di servizio, cio`è ogni anno fa un numero di milioni di chilometri inferiore a quello che dovrebbe fare. Il comune la dovrebbe sanzionare ma sanzionarla sarebbe come sanzionare sé stesso e quindi siamo finiti in questo disastro".

Sia il sì alla liberalizzazione che il no hanno raccolto consensi bipartisan, la sindaca Virginia Raggi del M5s, non si è pronunciata; tra i contrari si annovera la sinistra radicale secondo la quale la liberalizzazione finirà in privatizzazione becera, con rischi di maggiori costi e minori servizi per il cittadino, considerata la difficoltà di qualunque gestore ad andare in pari a Roma, vista la vastità della città, la sua peculiare conformazione e la sua scarsa densità abitativa. 

Si vota fino alle 20, scarsa l'affluenza: appena il 4,8 % alle 12.

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