Özil dice addio alla nazionale: "Tedesco se vinciamo, immigrato se perdiamo"

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Diritti d'autore REUTERS/Michael Dalder
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Lo ha annunciato il calciatore tedesco su Twitter. Alla base della decisione la polemica innescata dalle foto che ritraggono il calciatore di origini turche assieme al Presidente della Turchia Erdogan: "Non mi sento rispettato". Il caso diventa politico.

La foto della discordia

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Mesut Özil non vestirà più la maglia della nazionale tedesca.

Ad annunciarlo è stato lo stesso calciatore in tre lunghe note pubblicate su Twitter.
Alla base della decisione le polemiche innescate in patria dalle foto pubblicate poco prima del Mondiale in Russia (scattate a metà maggio a Londra), in cui Özil e i compagni di nazionaleİlkay Gündoğan e Cenk Tosun, entrambi di origini turche, [posano assieme al presidente Erdogan.](<iframe width=)

Foto rifiutata, invece, dal neo juventino Emre Can.

La famigerata foto con Erdogan, scattata a Londra domenica 13 maggio 2018.

Uno scatto che aveva fatto storcere il naso ai vertici della Federcalcio tedesca e che era stato criticato anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

"Sono stato vittima di razzismo e non mi sento rispettato", ha scritto il trequartista dell'Arsenal, campione del mondo con la Germania nel 2014.

Contro la Federazione

Özil se la prende soprattutto con i vertici della Federcalcio tedesca e con il suo presidente Reinhard Grindel. "Vestivo quella maglia con orgoglio e passione, ma quando è troppo è troppo - si sfoga il calciatore -. I più alti dirigenti della federazione hanno offeso le mie origini turche e mi hanno messo in mezzo a questioni politiche. Il calcio che mi piace giocare non è questo, e il razzismo dovrebbe essere sempre combattuto".

La carriera

Özil, classe 1988, ha esordito con la nazionale maggiore nel febbraio del 2009: in nove anni ha collezionato 92 presenze e messo a segno 23 reti. La sua ultima partita con la Germania è quella persa 2-0 contro la Corea del Sud, una sconfitta che ha sancito l'eliminazione della nazionale nella fase a gironi del Mondiale in Russia.

Un caso politico

Il caso diventa politico, con l'intervento del ministro della giustizia Katarina Barley: "È un segnale di avvertimento, quando un grande calciatore tedesco come Mesut Özil si sente indesiderato nel suo paese a causa del razzismo e non si sente rappresentato dalla DFB (Federazione calcistica tedesca)".

Hoeness non le manda a dire

Commento sferzante, alla vicenda-Özil, da parte del presidente del Bayern, Uli Hoeness: "Nessuno dice che ai Mondiali ha giocato di mer**.
Il numero uno bavarese considera Özil un giocatore sopravvalutato: "Ogni volta che abbiamo giocato con il Bayern contro l'Arsenal abbiamo basato il nostro gioco su di lui, sapendo fosse il punto debole della squadra".

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