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Libia: elezioni il 10 dicembre, accordo a Parigi

Libia: elezioni il 10 dicembre, accordo a Parigi
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Di Loredana Pianta
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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I leader libici riuniti all'Eliseo si sono impegnati a lavorare perché si tengano elezioni politiche e presidenziali il 10 dicembre. L'accordo è stato raggiunto nell'ambito della conferenza Onu sulla crisi libica, organizzata dalla Francia

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Un notevole risultato per Emmanuel Macron: i principali fronti rivali libici hanno raggiunto un accordo per tenere elezioni parlamentari e presidenziali il 10 dicembre.

Il capo di Stato ha riunito all'Eliseo il primo ministro del governo di unità nazionale di Tripoli, Fayez al Sarraj, e il generale Khalifa Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale. Seduti allo stesso tavolo anche il presidente della Camera dei rappresentanti Aguila Salah, e quello del Consiglio di stato, Khaled al-Meshri, per discutere un piano per l'uscita dalla crisi che sta dilaniando il Paese dopo la caduta di Muammar Gheddafi nel 2011.

L'occasione è stata una conferenza internazionale sul tema organizzata dalla Francia sotto l'egida Onu. Presenti una ventina di Paesi, tra cui i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, e l'Italia rappresentata dall'ambasciatrice a Parigi Teresa Castaldo.

Il meeting cade in un momento in cui Roma non può avere una voce forte sulla crisi libica. Alcuni commentatori ritengono che Macron, che pur si è speso in lodi, durante il vertice, per contributo dell'Italia in questi mesi, abbia approfittato del vuoto politico nel Paese per accelerare i tempi e gestire la trattativa.

Tra gli impegni previsti dall'accordo anche l'unificazione della Banca centrale libica, per rilanciare l'economia del Paese, e delle forze militari in un solo esercito nazionale.

L'intesa tuttavia non è confluita in un documento finale, sottoscritto dai leader libici, perché "alcuni partecipanti hanno chiesto di poter prima condividere la dichiarazione congiunta con i loro referenti sul suolo libico", ha detto Macron.

"Oggi hanno partecipato esponenti di istituzioni che non si riconoscono reciprocamente. Quindi, piuttosto che ostinarsi ad una dichiarazione che non si poteva sottoscrivere, meglio avere una dichiarazione che impegni le varie parti, anche senza una firma formale", ha concluso il Presidente francese.

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