Iraq, militari e polizia al voto anticipato

Iraq, militari e polizia al voto anticipato
Di Antonio Michele Storto

Il resto del paese andrà al voto sabato 12 per la prima elezione dopo la sconfitta dello Stato islamico

Le urne si sono aperte con due giorni d'anticipo per i quasi 300mila tra poliziotti e militari iracheni che alle 7 del 10 maggio sono andati ai seggi per il rinnovo del parlamento nazionale. A votare in anticipo, oltre a loro, sono altri 900mila iracheni emigrati in 21 paesi tra Europa, Stati Uniti, e Medio Oriente.

Un'elezione finora segnata dal clima di sospetto e divisione che l'epopea terrorista dello Stato islamico si è lasciata alle spalle: lo stesso fronte sciita, maggioritario sul piano demografico e confessionale, si presenta diviso in due tronconi.

Da un lato il partito Dawa, guidato dal controverso ex primo ministro Nouri al Maliki, che in molti - per via delle sue politiche esasperatamente settariste - ritengono responsabile per l'alleanza che nel 2014 ebbe luogo tra il Daesh e parte delle tribù sunnite del paese; dall'altra l'alleanza Nasr del premier uscente haider al-Abadi, che nei suoi quattro anni al governo ha cercato, almeno formalmente, di ricomporre le fratture sociali lasciate dal suo predecessore.

Al voto anticipato sono andati anche anche le forze militari - come Peshmerga, Asaysh e Zeravani - del Kurdistan iracheno, reduce da un fallimentare tentativo indipendesntista.

Il resto del paese andrà alle urbe sabato 12 maggio

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