Nell'ultimo giorno in Myanmar, Papa Francesco celebra l'unica messa pubblica del suo viaggio. Il pontefice giovedì sarà in Bangladesh
Inizia con una messa celebrata sulla** spianata di Kyaikkasan**, nel cuore di Yangon la terza e ultima giornata di Papa Francesco in Myanmar. Circa 150mila i fedeli presenti nell'unica funzione religiosa celebrata pubblicamente durante il viaggio del Pontefice in un Paese di 52 milioni di persone, a maggioranza buddista, in cui la comunità cattolica conta circa settecentomila credenti.
"So che molti in Myanmar - ha detto Bergoglio - portano le ferite della violenza sia visibile che invisibile. Pensiamo che la cura possa venire dalla rabbia e dalla vendetta. Tuttavia la via della vendetta non è la via di Gesù".
Martedì Papa Francesco aveva incontrato Aung San Suu-Kyi. Nel colloquio privato, durato una ventina di minuti, la parola Rohingya non è mai stata pronunciata, ma il** premio Nobel per la pace **ha citato in modo esplicito lo Stato di Rakhine, la terra birmana dalla quale la minoranza islamica, non riconosciuta dalle autorità locali, è stata espulsa.
Le Nazioni Unite hanno parlato di 'sterminio programmato' e violenze.
Sono oltre mezzo milioni i profughi che hanno trovato rifugio in Bangladesh. Tra le varie ONG che si spendono per evitare che il dramma si trasformi in tragedia, anche la Caritas, il braccio umanitario della Chiesa cattolica.