Continua la protesta durante l'inno nelle partite della NFL. Lebron James chiede all'NBA di unirsi alla contestazione.
I giocatori di football americano continuano a protestare contro Donald Trump. Lunedì sera il team dei Cowboys di Dallas e perfino
il proprietario Jerry Jones, sostenitore del presidente statunitense, si sono inginocchiati durante l’inno nazionale. Gli avversari, i Cardinals dell’Arizona, si sono presi sotto braccio.
La NFL ha anche trasmesso dopo l’inno un messaggio pubblicitario sul tema dell’unità. Venerdì Trump aveva insultato i giocatori che non si alzano durante l’inno per protestare contro le discriminazioni subite dai neri, un movimento lanciato da Colin Kaepernick del San Francisco.
“Tutti hanno diritto di esprimere le proprie opinioni – ha commentato il vicepresidente Mike Pence durante un meeting in Alabama – ma non credo sia troppo chiedere ai giocatori della National Football League di restare in piedi durante l’inno. Sappiamo che la gente dell’Alabama è d’accordo”.
Con gli insulti ai giocatori e l’appello a boicottare la NFL, Trump si è attirato le critiche di grandi nomi dello sport come la stella del basket Le Bron James che ha chiesto all’NBA di unirsi alla protesta in segno di solidarietà: “Non capisce il potere che ha come leader di questo bel Paese. Non capisce quanti bambini, a prescindere dalla razza, considerino il presidente degli Stati Uniti come una guida, come un leader che deve esprimere parole di incoraggiamento. Non lo capisce”.
Dopo aver attaccato la NFL, Trump ha anche annullato il ricevimento alla Casa Bianca per i campioni di NBA, i Golden State Warriors dopo che questi ultimi si erano mostrati esitanti sull’incontro con il presidente statunitense.