Siria, Russia e Iran: "attacco chimico a Idlib voleva minare il processo di pace"

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Di Debora Gandini
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Russia e Iran chiedono una commissione d'inchiesta

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Russia e Iran chiedono un’indagine approfondita sull’attacco chimico avvenuto la scorsa settimana nella provincia siriana di Idlib. Una decisione presa dal ministro degli esteri russo Sergej Lavrov e dal suo omologo iraniano Mohammad Javad Zarif.

Secondo Mosca, l’attacco missilistico, da parte degli Stati Uniti, aveva come obiettivo quello di minare il processo di pace approvato all’unanimità da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e cambiare il regime ma il tentativo è fallito, ha sottolineato lo stesso Lavrov, aggiungendo che azioni così aggressive sono da condannare e solo il popolo siriano può determinare il futuro del paese.

“Lavrov says Russia, U.S. agree U.S. strikes on #Syria should not be repeated: Interfax” #mustread#feedlyhttps://t.co/KQs1v1F293

— Alexei V. Kuznetsov (@Al_Kuz_RT) 14 aprile 2017

Mentre l’Amministrazione americana insiste di avere le prove che l’attacco chimico sia stato condotto dalle truppe regolari il ministro degli esteri siriano Wallid Mualled si chiede perché Washington temi una commissione d’inchiesta. Inchiesta che secondo il presidente siriano Bashar al Assad deve essere imparziale e condotta da paesi che abbiano un giudizio obiettivo sulle cose e non la utilizzino per motivi politici.

Lavrov: Russia will insist on investigation of US airstrike in Syria. It made peace settlement more difficult to reach pic.twitter.com/aBYJEB09bI

— Alexander Yakovenko (@Amb_Yakovenko) 14 aprile 2017

WATCH LIVE: Russian FM #Lavrov holds presser with Syrian, Iranian counterparts in Moscow https://t.co/ZWoWNxceCc#Syria#Iranpic.twitter.com/0ksow8yOOq

— Sputnik (@SputnikInt) 14 aprile 2017

Intanto la settimana scorsa gli Stati Uniti, da due navi di stanza nel Mediterraneo, hanno lanciato circa 60 missili cruise verso una base aerea siriana, dopo l’attacco nella provincia di Idlib. Il primo attacco diretto statunitense al regime di Assad dall’insediamento del presidente Donald Trump.

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