Brexit, si parte. Tra ottimismo, pessimismo e tante incognite

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Di Debora Gandini
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La Brexit non sarà la fine del mondo per Londra.

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La Brexit non sarà la fine del mondo per Londra. Perché i britannici se la caveranno. Oppure invece gli effetti si sentiranno solo tra parecchi mesi. Per le strade della City e in tutto il Regno Unito c‘è chi è ottimista e chi invece è pessimista.

“Io lavoro in centro a Londra, qui ci sono persone provenienti da diversi paesi, qui è un mix di culture, dovevamo restare in Europa, per me è un giorno triste”, dice una ragazza. “Sono state soprattutto le persone più anziane, più adulte ad aver votato per la Brexit, per i giovani è diverso. Credo che sia una mossa disastrosa”, dichiara invece un signore londinese.

Secondo alcuni analisti l’uscita del Regno Unito non rappresenta una reazione contro Bruxelles, ma è solo una reazione contro l’unione monetaria, perchè i britannici amano l’Europa, seppur molto diversa da quella del 1973, quando fecero il loro ingresso.

Track the Brexit effect as Theresa May triggers Article 50: https://t.co/JLCKZ2GeRA#BrexitDaypic.twitter.com/PMG2IH8xLG

— Reuters Top News (@Reuters) 29 marzo 2017

C‘è chi non sa esattamente quale sarà l’impatto sulla vita di tutti i giorni, perché la Brexit è per ora un’incognita. “Ci saranno un paio di anni difficili per negoziati, ma Londra alla fine diventerà il più grande centro finanziario, grazie alle nostre risorse, al capitale intellettuale e alle infrastrutture che abbiamo”, fa notare un manager.

Intanto c‘é chi scommette che la metamorfosi più importante non sarà solo sui bilanci delle aziende o nei portafogli delle famiglie ma nella psicologia dei britannici stessi.

What happens after Article 50, the starting gun for Brexit, has been triggered? WATCH: pic.twitter.com/PjSLchISgX

— The Economist (@TheEconomist) 29 marzo 2017

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