Libia: verso la fine dell'embargo sulle armi. Non ci sarà intervento straniero sul campo

Libia: verso la fine dell'embargo sulle armi. Non ci sarà intervento straniero sul campo
Di Lilia Rotoloni
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A Vienna, la conferenza sulla Libia si conclude con l’impegno ad equipaggiare in armi e ad addestrare le forze che rispondono al governo del premier

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A Vienna, la conferenza sulla Libia si conclude con l’impegno ad equipaggiare in armi e ad addestrare le forze che rispondono al governo del premier Fayez Al Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale. Il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni si era già espresso in questo senso nel corso del suo primo incontro con Serraj in Libia. Il segretario di stato americano John Kerry ha ribadito l’importanza di tale scelta:

La comunità internazionale sosterrà la Presidenza del Consiglio libica nella sua richiesta di esenzione dall’ embargo sulle armi imposto dall’Onu. Una necessità per combattere l’Isil e altri gruppi terroristici.

La fine dell’embargo non implicherebbe comunque un intervento militare straniero sul campo. Il premier libico:

Alla comunità internazionale domandiamo di aiutarci.Non chiediamo un intervento diretto, bensì un sostegno per addestrare ed equipaggiare le nostre forze.

E di sostegno il governo Sarraj ne ha bisogno. La Libia di oggi è spezzettata in zone di influenza, fra le milizie islamiche anti-Isil, l’Isil, i pozzi petroliferi che sono al centro di tutti gli appetiti, le milizie laiche anti-islamiche e le varie tribù che tengono il sud.

Serraj ha aperto anche ai Fratelli musulmani, detti islamici moderati in questo contesto, e ha chiesto al generale Haftar, uomo forte dell’est, di riconoscere questo governo di unità nazionale in funzione anti-Isil. Secondo fonti di stampa arabe, anche il presidente del Parlamento di Tobruk sarebbe partito improvvisamente per Vienna nel pomeriggio.

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