Asteroide sta per passare vicino alla terra: ma quanto vicino? C'è pericolo?

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Un asteroide sta per sfiorare la terra, ed è impossibile prevedere a che distanza. Il corpo spaziale, di una trentina di metri di diametro, è di

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Un asteroide sta per sfiorare la terra, ed è impossibile prevedere a che distanza. Il corpo spaziale, di una trentina di metri di diametro, è di quelli che in caso di impatto possono fare danni. La NASA qualche giorno fa diceva che con certezza non ci sarà impatto, e che la minima distanza dalla terra sarà probabilmente di 20.000 km.

Cosa che ci viene confermata anche da Michael Kahn, analista dell’ESA, l’ente spaziale europeo.
Nessun impatto ora, e probabilmente nemmeno in futuro. Ma ci sono delle incognite.

Kahn è un esperto in asteroidi e detriti spaziali.
In quale misura questo asteroide rappresenta un problema?

Michael Kahn:
Il problema con questo asteroide è che non ne sappiamo molto. Ne conosciamo in modo approssimativo l’orbita. Non sappiamo nemmeno esattamente la dimensione, sappiamo che è tra i 20 e 50 metri di diametro. Però sappiamo abbastanza dell’orbita per dire che non colpirà la terra in queste ore e che nel corso del secolo ci saranno due incontri, e molto probabilmente anche nel secondo non ci sarà impatto.

Euronews:
Cosa accadrebbe se un asteroide di quelle dimensioni colpisse la terra?

Michael Kahn:

Questo non si sa. È possibile, se le sue dimensioni fossero quelle minime previste, che si disintegri nell’atmosfera, come quello di qualche anno fa a Celyabinsk: esplose e causò qualche danno ma non vi furono vittime. Ma potrebbe anche colpire la superficie terrestre e bucarla, e a quel punto saremmo di fronte a un vero problema, con danni seri e una probabilità anche di avere molte vittime.

Euronews:
In generale, in quale misura ad oggi gli asteroidi possono rappresentare un pericolo?

Michael Kahn:

Gli asteroidi sono sempre stati un pericolo per la terra. Se osservi la superficie terrestre, ci sono vari segni di impatto. Ma per fortuna gli impatti più grandi e dannosi sono molto rari. Non è una cosa che abbia molte probabilità di accadere, ma se dovesse verificarsi un impatto di una certa importanza potrebbe avere conseguenze tali da portare alla fine della civilizzazione che conosciamo oggi.
Ma non è davvero una cosa probabile. Tutto dipende dalla taglia dell’asteroide.
Se si parla di qualcosa che misuri per esempio un chilometro di diametro, allora le conseguenze sarebbero globali.

Euronews:

E che cosa si fa per questo?

Michael Kahn:

Si possono fare due cose: la prima è sempre capire la dimensione del problema e provare a individuare e capire il nemico. E quindi tracciamo gli asteroidi. Abbiamo telescopi che scrutano lo spazio proprio per questo, e appena vedono qualcosa che assomiglia a un asteroide – e quindi che si muove -, a quel punto i dati vengono raccolti da tutti questi computer e confluiscono in un database che viene aggiornato, così sappiamo sempre dove si trova e dove sarà in un secolo da ora. Ma ci sono dei limiti. Non possiamo osservare i più piccoli. E questi, siccome sono scuri, e a volte sbucano dalla direzione del sole, come in questo caso, non li puoi osservare e c‘è sempre una parte di rischio.

Euronews:

In effetti anche quello di Celyabinsk venne dalla direzione del sole. Non possiamo fare niente?

Michael Kahn:

Questa è davvero una zona d’ombra, e probabilmente ci vorrà ancora tempo prima che si possa fare qualcosa. Forse cinquant’anni.

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Euronews:

Quale sarà allora il rimedio?

Michael Kahn:

Potremmo avere telescopi posizionati in orbita, intorno al sole, che sarebbero in grado di osservare da posizioni differenti.
Così avremmo diversi telescopi intenti a osservare la stessa regione del cielo e quindi potremmo vedere gli oggetti, o potremmo avere dei radar che sorvegliano lo spazio interplanetario, in grado quindi di individuare anche gli oggetti più piccoli, del diametro per esempio di dieci metri o meno.

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