Varsavia, la nuova bestia nera di Bruxelles

Varsavia, la nuova bestia nera di Bruxelles
Di Cecilia Cacciotto
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Riforma della legge sui media prima, poi della Corte costituzionale, e ancora scaramucce con Bruxelles e altre capitali europee. A tre mesi dalle

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Riforma della legge sui media prima, poi della Corte costituzionale, e ancora scaramucce con Bruxelles e altre capitali europee.

A tre mesi dalle ultime elezioni in Polonia, che hanno portato al governo il partito di destra Diritto e Giustizia (Pis), Varsavia ha tanto fatto e disfatto da diventare la nuova bestia nera in Europa.

Questo malgrado i contestatori scendano in piazza e Bruxelles metta in guardia il Paese dall’andare contro i trattati europei.

La nuova legge sui mezzi di informazione, che prevede che sia il ministero del Tesoro a nominare direttamente i dirigenti di tv e radio pubblica, votata lo scorso 31 dicembre, aveva fatto alzare il livello di attenzione.

Marek Magierowski, portavoce del presidente Andrzej Duda:

“È in corso un braccio di ferro con la Commissione europea, questo è evidente, ma il nostro governo è aperto al dialogo. Il governo polacco vuole discutere di tutto questo, che sembra controverso, e che la Commissione europea non riesce pienamente a capire”.

Tra le misure più controverse introdotte dal governo, quella che prevede il voto a maggioranza qualificata, invece che la semplice, della Corte costituzionale nella maggioranza dei casi.

Maciej Kisilowsky, (assistant professor of law and public management at Central European University)

“È un modo irragionevole di interpretare la Costituzione, che di fatto blocca quest’importante organo di controllo costituzionale con una legge ordinaria. L’unico organo che ha il potere di controllare la costituzionalità delle leggi”.

E non è tutto, a fare letteralmente infuriare i polacchi, l’inquitante progetto governativo di permettere a servizi segreti e polizia di controllare internet e telefonate, senza previa autorizzazione giudiziaria.
Le similitudini con la vicina Ungheria di Orban, poratno lontano:

Gabor Kovacs:

“Molti analisti parlano di un asse ungaro-polacco che vorrebbe imporsi contro Bruxelles. Non facile definirne l’essenza, ma una dichiarazione del ministro degli Esteri polacco potrebbe aiutarci a capirlo meglio. Ha detto: la Polonia non ha bisogno del multiculturalismo europeo rappresentato da ciclisti e vegetariani che usano energie rinnovabili”.

http://www.ilpost.it/2016/01/11/cosa-sta-succedendo-in-polonia/

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