Nuove proteste in Brasile contro il presidente Dilma Rousseff. Affacciate alle finistre delle loro case, con slogan e megafoni, migliaia di persone
Nuove proteste in Brasile contro il presidente Dilma Rousseff. Affacciate alle finistre delle loro case, con slogan e megafoni, migliaia di persone in molte città sono tornate a chiedere le dimissioni del governo e del capo dello stato dopo gli scandali per corruzione che hanno sconvolto il paese. Da quello della Petrobras a quello relativo a una serie di rimborsi fiscali milionari, ottenuti corrompendo pubblici ufficiali. Senza contare le forti critiche per i soldi spesi per i Mondiali di Calcio.
Intanto nell’ambito dell’affaire Petrobras l’ex manager Paulo Roberto Costa, ai domicilari per
associazione a delinquere, ha accusato davanti alla commissione parlamentare la Rousseff di aver deciso l’acquisto di una raffineria negli Stati Uniti, nel 2006, ad un prezzo molto superiore a quello di mercato. “Petrobras non ha inventato i cartelli. Non è stato il Presidente della società. La causa e l’origine di tutto questo problema sono nati qui a Brasilia”, ha detto Costa.
L’inchiesta in corso dal marzo 2014 indaga su presunte tangenti per almeno 4 miliardi di dollari all’interno del colosso petrolifero. La presidente Rousseff, che ha presieduto il cda di Petrobras dal 2003 al 2010, lo scorso anno aveva dichiarato di essersi sempre opposta all’acquisto della raffineria a Pasadena.