Manifestazioni anche a Iguala, la città dove i 43 giovani furono attaccati e rapiti, con la probabile complicità di sindaco e polizia
Rabbia e indignazione sotto l’albero, per ricordare al presidente Pena Nieto, che la loro protesta non va in vacanza. Ben oltre un migliaio le persone che a Città del Messico hanno sfilato il giorno di Santo Stefano per lamentare che – a tre mesi dalla scomparsa dei 43 studenti a Iguala – “neanche Santa Claus” li ha finora riportati a casa.
Marchan en #Iguala, a 3 meses de desaparición de los 43 #normalistas. Exigen justicia http://t.co/hrbHkhDdqUpic.twitter.com/kx3GaPuauO
— El Universal (@El_Universal_Mx) 26 Dicembre 2014
“Siamo qui perché ancora mancano all’appello – dice il portavoce dei familiari, Felipe de la Cruz -. Continueremo a farci sentire per ricordare al presidente Pena Nieto, che finché non ci sarà un Natale per noi, non ci sarà un Natale neanche per lui…”.
“Il tempo per noi si è fermato a quella notte del 26 settembre – gli fa eco il leader della protesta studentesca, Omar Garcia – Da allora tutto è avvolto da dubbi e incertezze”.
Familiares de normalistas irrumpen en cuartel militar de Iguala. Pic: Hugo Cruz #Procesofotohttp://t.co/ngPaN2it69pic.twitter.com/qOqsQOOJnJ
— 132Global (@Global132) 26 Dicembre 2014
Rabbia e incertezze che sono sfociate nella violenza a Iguala, la città dello Stato di Guerrero, in cui gli studenti furono attaccati e rapiti da un commando di narcotrafficanti, che tutto sembra indicare sia stato spalleggiato dalla polizia locale, con la complicità del sindaco. I resti di uno solo degli studenti sono finora stati identificati, lasciando poche speranze di ritrovare gli altri 42 in vita.