Inizia con un nitrito svociato la festa per l’anno del Cavallo in Cina.
A imbrigliare il grido di gioia che tradizionalmente esplode in faraonici fuochi d’artificio, è a sorpresa il morso di sempre più pressanti preoccupazioni ecologiche.
A mettere la museruola alla festa non è per una volta il Governo Centrale del Popolo, ma le inquietudini che cominciano a farsi largo tra le sempre più spesse coltri di smog.
Fedele all’ottimismo di regime, Pechino si è dimostrata incurante dei timori antisistema, accendendosi di mille colori.
I commercianti di fuochi d’artificio sembrano però confermare il trend: più che spendere in petardi e lacrimogeni, una buona parte dei cinesi ha preferito investire in ambiente.
Sintonizzata sulla frugalità a cui aveva fatto appello il presidente Xi Jinping, la stessa tv di Stato aveva dato il là, trasmettendo uno show pirotecnico in tono minore.
Diktat politici a parte, c‘è chi al ridotto ricorso ai fuochi d’artificio trova però un’altra e ben più indomabile ragione.
In base alla dottrina del feng-shui, quello appena iniziato non sarebbe infatti semplicemente l’anno del Cavallo, ma del “Cavallo di legno”: una coincidenza che, ripetendosi ciclicamente ogni 60 anni, esalterebbe la potenza distruttrice degli incedi e del fuoco.
Per le stesse combinazioni astrali, la stella del Cavallo porterebbe questa volta con sé anche una ferma determinazione a combattere per i propri principi.
Pechino non è mai stata un buon intenditore, ma con poche parole la piazza sembra già affidarle la promessa alla determinazione suggerita dalle stelle.
Svociato forse, ma dietro al manto del feng-shui, il Cavallo di legno del 2014 minaccia insomma di strizzare l’occhio a quello di Troia.