Nonostante il caldo e le attività all’aperto, virus respiratori come raffreddore, influenza e Covid-19 possono colpire anche in estate. Ecco cosa sapere su rischi, sintomi e vaccini
Sole, vacanze, passeggiate all’aria aperta... e sintomi da raffreddamento. Una combinazione che a molti suona strana, ma che in realtà è tutt’altro che rara. Anche nei mesi più caldi, infatti, virus come raffreddore, influenza e Covid-19 possono circolare e colpire, sebbene spesso in forme meno aggressive rispetto all’inverno.
Secondo i dati aggiornati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), i livelli di influenza stagionale e virus respiratorio sinciziale (RSV) restano bassi in tutta Europa. Tuttavia, i casi di Covid-19 sono in risalita in diversi Paesi, anche se le ospedalizzazioni e i decessi sono nettamente inferiori rispetto a un anno fa.
A preoccupare, al momento, è soprattutto la variante XFG, soprannominata "Stratus", che provoca un forte mal di gola ed è attualmente sotto monitoraggio da parte dell’Ecdc e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Le autorità sanitarie rassicurano: i vaccini restano efficaci e la variante è solo lievemente più abile nell’eludere le difese immunitarie.
Dean Blumberg, primario di malattie infettive pediatriche all’ospedale dell’Università della California Davis, ha ricordato che il Covid-19 potrebbe in futuro stabilizzarsi con una stagionalità simile a quella dell’influenza, con picchi nei mesi freddi. Tuttavia, negli ultimi anni si è osservato un aumento anomalo dei casi proprio durante l’estate.
Il virus non sparisce col caldo
Molti credono che i virus “spariscano” con il caldo, ma non è così semplice. È vero che d’estate si registrano meno casi di raffreddore e influenza, ma il clima non è l’unico fattore in gioco. Secondo gli esperti, un ruolo fondamentale è giocato dai nostri comportamenti: il bel tempo spinge a uscire di casa, a tenere le finestre aperte, a passare più tempo all’aperto, dove la trasmissione dei virus è più difficile. Ma quando le temperature diventano troppo elevate, le persone cercano refrigerio in ambienti chiusi e climatizzati, e lì la diffusione dei virus può riprendere forza. In regioni dove l’estate è particolarmente lunga e calda, le infezioni respiratorie estive sono all’ordine del giorno.
Il richiamo vaccinale
La questione del richiamo vaccinale contro il Covid-19 torna così d’attualità. Per chi è in buona salute, la scelta di quando sottoporsi a un richiamo dipende soprattutto dal contesto: se si prevede di partecipare a grandi eventi, viaggi o matrimoni, può essere utile farlo qualche settimana prima. In generale, tuttavia, molti esperti suggeriscono di attendere l’autunno, quando è più probabile un aumento significativo dei contagi.
Secondo Costi Sifri, dell’University of Virginia Health System, la priorità è essere protetti nel momento in cui il rischio è più elevato. Per le persone più vulnerabili, come gli anziani o chi ha un sistema immunitario compromesso, la decisione andrebbe sempre presa insieme al proprio medico, poiché potrebbero aver bisogno di richiami più frequenti.
Nel frattempo, gli stessi accorgimenti validi tutto l’anno continuano a essere utili anche in estate. Passare più tempo all’aria aperta, lavarsi spesso le mani, indossare la mascherina in luoghi affollati e rimanere a casa in caso di sintomi restano comportamenti efficaci per limitare la diffusione dei virus.
Anche se il caldo può far dimenticare l’esistenza delle infezioni respiratorie, i virus non si prendono mai una pausa. Restare vigili, senza allarmismi, è il modo migliore per proteggere sé stessi e gli altri.