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Ucraina, il congelamento dei fondi Usa potrebbe comportare ritardi nel trattamento dell'Hiv

Un paziente viene sottoposto a un prelievo di sangue.
Un paziente viene sottoposto a un prelievo di sangue. Diritti d'autore  Canva
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Di Lauren Chadwick & Gabriela Galvin
Pubblicato il
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Secondo gli esperti, i problemi di finanziamento degli Stati Uniti potrebbero portare a ritardi nel trattamento dell'Hiv per migliaia di ucraini già alle prese con l'impatto della guerra sui servizi sanitari

Il sistema sanitario ucraino è sconvolto da tre anni di guerra: gli ospedali sono stati danneggiati dagli attacchi e hanno dovuto affrontare il congestionamento dei reparti, legato ai combattimenti, e le conseguenze del conflitto sulla salute mentale delle persone.

La guerra ha avuto un impatto anche sulla prevenzione e sul trattamento dell'Hiv, alla luce del fatto che questi programmi sanitari (in un Paese che ospita una delle più grandi epidemie d'Europa) ora dipendono interamente da finanziamenti stranieri.

Un primo congelamento degli aiuti da parte della nuova amministrazione Trump ha messo in dubbio la longevità del sostegno statunitense, costringendo i gruppi di prevenzione dell'Hiv ad affannarsi per colmare il potenziale vuoto.

Il Piano d'emergenza del presidente degli Stati Uniti per la lotta all'Aids (Pepfar) ha contribuito con 15,6 milioni di dollari (15 milioni di euro) alla risposta ucraina all'Hiv nel 2023 e 2024, anche per la terapia antiretrovirale e i test, secondo un rapporto Unaids recentemente aggiornato.

Senza risorse quasi l'80 per cento dei pazienti costretti a rinunciare alle cure

L'agenzia delle Nazioni Unite stima che se i finanziamenti statunitensi saranno "completamente tagliati" e il 78 per cento delle persone che ricevono il trattamento per l'Hiv in Ucraina - più di 92.000 - saranno costretti a rinunciarvi.

Il virus dell'immunodeficienza umana (Hiv) attacca il sistema immunitario dell'organismo, rendendolo vulnerabile ad altre malattie.

Le persone infette possono assumere farmaci per tenere sotto controllo l'Hiv ed evitare che si diffonda; se non viene trattato, può progredire fino all'Aids.

Confusione sul sostegno degli Stati Uniti

Poco dopo il suo insediamento, a gennaio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per sospendere temporaneamente tutti i programmi statunitensi per la salute globale, compreso il Pepfar.

Anche l'Usaid, l'agenzia governativa per gli aiuti, è stata smantellata.

Tuttavia, dopo l'iniziale congelamento degli aiuti statunitensi, l'amministrazione Trump ha cambiato rotta, rilasciando una deroga per alcuni aiuti umanitari salvavita, tra cui il trattamento dell'Hiv. Un giudice statunitense ha inoltre ordinato all'amministrazione di revocare temporaneamente il blocco dei finanziamenti.

Si temono picchi per l'Aids

In mezzo alla confusione, i gruppi di aiuto hanno lanciato l'allarme sull'interruzione delle cure in Paesi come il Sudafrica, avvertendo che il mondo potrebbe assistere a una recrudescenza dell'Aids se i programmi non dovessero continuare.

Ma in una recente intervista sulla piattaforma di social media X, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha confermato che il Pepfar sopravviverà ai tagli.

"Abbiamo concesso deroghe per il Pepfar, ad esempio, e per altri programmi - ha dichiarato - Non è questo il punto. La questione è che nessuno può dirmi che ogni programma è prezioso e deve essere mantenuto".

La deroga Usa per le risorse al programma di lotta all'Aids

Un portavoce del dipartimento di Stato americano ha inoltre confermato a Euronews Health che il Pepfar e i servizi di assistenza e trattamento dell'Hiv salvavita, come test, prevenzione, servizi di laboratorio e farmaci, sono stati inclusi nella deroga.

La situazione sul campo è più complessa: l'ufficio ucraino di Unaids ha dichiarato a Euronews Health di non aver ancora ricevuto conferma scritta sui futuri finanziamenti, sebbene alcuni servizi siano stati riavviati.

"Al momento abbiamo scorte disponibili per il trattamento dell'Hiv per cinque mesi, e ci aspettiamo un'altra fornitura di farmaci a marzo, se sarà possibile", ha dichiarato Yulia Kvasnevska, che lavora al programma Unaids in Ucraina.

Le scorte attuali del gruppo sono in grado di coprire il trattamento dell'Hiv per i pazienti ucraini fino a ottobre, ma dopo c'è un buco di finanziamento di 2 milioni di dollari (1,9 milioni di euro) che Unaids spera venga coperto dagli Stati Uniti.

"C'è il rischio di interruzione del trattamento", ha detto Kvasnevska.

Nel frattempo, i pazienti che di solito ricevono sei mesi di trattamento si sono visti ridurre la durata a tre.

Per le persone sfollate e che vivono lontano dalle loro case a causa della guerra, ricevere il trattamento per periodi più lunghi può essere utile, secondo Eamonn Murphy, direttore regionale dell'Unaids per l'Europa orientale, l'Asia centrale e l'Asia-Pacifico.

"Speriamo che la situazione si risolva. Ma è incerto", ha detto Murphy, aggiungendo che "in luoghi diversi si ricevono informazioni diverse".

La complessa situazione dell'Hiv in Ucraina

L'Ucraina ha impiegato anni per sviluppare un proprio programma anti-Hiv, ma da quando la Russia l'ha invasa si è affidata a partner internazionali, principalmente al Pepfar e al Fondo Globale.

All'epoca, Russia e Ucraina avevano le più grandi epidemie di Hiv della regione, che comprende l'Europa orientale e l'Asia centrale.

Nel 2022, l'Unaids ha chiesto la "continuazione ininterrotta" dei servizi sanitari per l'Hiv per le circa 260.000 persone affette dal virus in Ucraina.

Da allora il numero di pazienti con Hiv confermati in Ucraina è diminuito del 7 per cento, secondo l'ultimo rapporto sulla situazione, anche se l'Unaids ha dichiarato che è difficile raccogliere i dati a causa della guerra in corso.

Il numero di persone che ricevono la terapia antiretrovirale (Art), che sopprime il virus e impedisce di diffonderlo, è diminuito del 9 per cento rispetto ai livelli prebellici.

Molti pazienti si stanno curando all'estero, tra cui circa 4.400 in Polonia, secondo il rapporto Unaids. Altri sono alle prese con lo stress della guerra.

La salute mentale durante la guerra

I problemi di salute mentale causati dai conflitti, come la depressione e l'ansia, possono spingere le persone ad assumere comportamenti a rischio, come il lavoro sessuale e l'uso di droghe, che rendono più probabile la diffusione dell'Hiv. Possono anche influire sulla capacità dei pazienti di seguire la terapia.

"Ci sono diverse ragioni per cui [le persone] abbandonano il trattamento e, in primo luogo, si tratta di questioni legate alla guerra. È la migrazione di massa che dobbiamo affrontare all'interno e all'esterno, e inoltre non abbiamo dati chiari sui territori occupati", ha detto Kvasnevska.

"È molto difficile tracciare le persone che vivono con l'Hiv nei territori occupati o vicino alla linea del fronte. Forse hanno avuto accesso al trattamento in Russia, forse no", ha aggiunto.

Secondo gli esperti, qualsiasi interruzione del trattamento potrebbe portare a un aumento delle infezioni da Hiv, in quanto la carica virale delle persone aumenta, e a co-infezioni con la tubercolosi, la cui prevalenza è aumentata durante la guerra.

L'Unaids chiede "un'azione urgente e adattiva" per far fronte alle necessità di trattamento, data l'instabilità dei finanziamenti.

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