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Musk lancia i primi robotaxi Tesla ad Austin: inizia la corsa all’autonomia, tra sogni e scetticismi

Foto AP/Eric Gay
Foto AP/Eric Gay Diritti d'autore  A driverless Tesla robotaxi, a ride-booking service, moves through traffic, Sunday, June 22, 2025, in Austin, Texas.
Diritti d'autore A driverless Tesla robotaxi, a ride-booking service, moves through traffic, Sunday, June 22, 2025, in Austin, Texas.
Di Euronews, AP
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Elon Musk avvia ad Austin una mini-flotta di robotaxi Tesla, ma le sfide sono enormi. Tra concorrenza agguerrita, problemi regolatori e promesse iperboliche, la scommessa sull’autonomia si gioca su un filo sottile

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Il sogno a lungo rincorso da Elon Musk di riempire le strade con taxi autonomi ha mosso i primi passi domenica ad Austin, in Texas, dove Tesla ha avviato il test di una mini-flotta di robotaxi. Per ora si tratta solo di una decina di veicoli in un’area limitata della città, con personale a bordo pronto a intervenire in caso di problemi, ma è un inizio carico di aspettative.

Il ceo di Tesla ha annunciato con entusiasmo l’iniziativa su X (ex Twitter), sottolineando che il servizio sarà disponibile a una tariffa simbolica di 4,20 dollari. Secondo Musk, questa fase sperimentale è solo l’inizio di un’espansione che entro il prossimo anno potrebbe coinvolgere centinaia di migliaia – se non un milione – di veicoli. Tuttavia, il percorso si presenta irto di ostacoli.

Concorrenza feroce e scetticismo crescente

Mentre Musk promette una rivoluzione, la concorrenza è già sulla strada. Waymo, filiale di Alphabet (Google), è attiva con robotaxi in città come Los Angeles, San Diego e la stessa Austin, e ha già completato 10 milioni di corse a pagamento. Il confronto è inevitabile: Waymo utilizza una tecnologia più sofisticata, combinando radar, lidar e telecamere, mentre Tesla punta tutto sulle telecamere e sull’elaborazione software.

Gli analisti si dividono. Garrett Nelson di Cfra definisce “molto piccolo” l’esperimento iniziale. Seth Goldstein di Morningstar si spinge oltre: “Promette troppo, troppo presto. Non mi aspetto un servizio aperto al pubblico prima del 2028”. Anche gli investitori sono cauti, dopo che le azioni Tesla hanno perso 150 miliardi di dollari in capitalizzazione in seguito a una serie di controversie pubbliche e commerciali.

Musk e la strategia dell’iperbole: un’arma a doppio taglio

Elon Musk è noto per lanciare annunci ambiziosi, spesso molto prima che la tecnologia sia realmente pronta. Nel 2018 dichiarò di avere “finanziamenti assicurati” per privatizzare Tesla, salvo poi scoprire che non era così. Di recente, ha esaltato una “ripresa della domanda” che non si è mai materializzata nei numeri di vendita.

Anche la “Guida Autonoma Completa” (Fsd) di Tesla è finita sotto inchiesta: il nome è fuorviante, poiché il sistema richiede comunque la supervisione del conducente. Sono in corso indagini da parte della National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) e del Dipartimento di Giustizia, oltre a varie cause legali in corso. Eppure, Musk rilancia, assicurando che i robotaxi utilizzeranno una versione avanzata del Fsd, diventando sicuri e scalabili.

Il modello Airbnb delle auto: l’asso nella manica di Tesla

Musk punta a trasformare i milioni di Tesla già in circolazione in robotaxi grazie a un semplice aggiornamento software. “Invece di lasciare l’auto parcheggiata, potete farla lavorare per voi”, ha dichiarato, suggerendo un modello simile ad Airbnb. I proprietari potranno aggiungere o togliere le proprie auto alla flotta autonoma secondo necessità.

Questa visione, se realizzata, darebbe a Tesla un vantaggio competitivo enorme. Nessun’altra azienda ha una base installata così ampia e potenzialmente aggiornabile. Tuttavia, resta da vedere se le autorità permetteranno una tale transizione su larga scala senza nuovi processi di certificazione e sicurezza.

Tesla contro tutti: un mercato ancora da conquistare

Musk afferma che Tesla potrebbe arrivare a detenere il 99 per cento del mercato dei robotaxi, un’affermazione che ha fatto alzare più di un sopracciglio tra gli analisti. La realtà è che Waymo è già operativo, Amazon investe nel settore attraverso Zoox, e altri grandi attori come Apple osservano da vicino.

Dan Ives di Wedbush Securities, però, scommette ancora su Musk: “Ha già ribaltato l’industria dell’auto, lanciato Starlink e fatto atterrare razzi. Non è mai da sottovalutare”. Anche gli scettici riconoscono che, sebbene i tempi siano spesso irrealistici, Musk riesce spesso a trasformare visioni futuristiche in realtà concrete.

Il lancio dei robotaxi Tesla rappresenta l’ennesimo azzardo tecnologico di Elon Musk. Se riuscirà, potrebbe ridefinire completamente il concetto di mobilità urbana e consolidare ulteriormente la posizione di Tesla nel panorama tech globale. Se fallirà, sarà un ulteriore episodio nella lunga serie di promesse non mantenute. La posta in gioco, per Musk e per l’intero settore, è altissima.

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