Dopo i tentativi falliti, la presidenza danese è riuscita a ottenere un compromesso: l'eliminazione della scansione obbligatoria delle comunicazioni private da parte delle autorità e la scansione dei messaggi criptati end-to-end
Mercoledì gli Stati membri dell'Ue hanno concordato una posizione comune in merito al regolamento per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori (Csam) durante la riunione del Consiglio dei ministri della Giustizia.
L'obiettivo è garantire che le piattaforme social rimuovano sistematicamente il materiale pedopornografico da Internet.
Le misure proposte creerebbero un nuovo organismo europeo, il Centro Ue sugli abusi sessuali sui minori, e le autorità nazionali avrebbero il potere di obbligare le aziende a rimuovere o bloccare l'accesso ai contenuti.
Tuttavia, la proposta rimane molto controversa: i critici delle aziende Big Tech e le Ong che si occupano di privacy avvertono che potrebbe aprire la strada a una sorveglianza di massa, in quanto i messaggi privati verrebbero analizzati dalle autorità per individuare le immagini illegali.
Un compromesso che fa contente le Big Tech
Il testo è in fase di negoziazione dal 2022, con diverse presidenze a rotazione che hanno lottato per costruire un consenso.
Dopo i tentativi falliti delle presidenze ceca, spagnola, belga, ungherese e polacca, la Danimarca è riuscita a ottenere un compromesso: l'eliminazione della scansione obbligatoria delle comunicazioni private da parte delle autorità e la scansione dei messaggi criptati end-to-end.
Mentre l'industria delle Big Tech ha accolto con ampio favore il testo di compromesso, l'organizzazione Ccia Europe, con sede a Bruxelles, ha chiesto cautela.
"Gli Stati membri dell'Ue hanno chiarito che il Regolamento Csam può andare avanti solo se queste nuove regole per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori raggiungono un vero equilibrio, proteggendo i minori e mantenendo la riservatezza delle comunicazioni, compresa la crittografia end-to-end", ha dichiarato in un comunicato.
La Ccia ha anche aggiunto di sperare che il principio guidi i negoziati fino all'adozione di una versione finale del provvedimento.
Preoccupazioni per una "sorveglianza di massa"
Anche i sostenitori della privacy online sono ancora preoccupati. L'ex eurodeputato Patrick Breyer, che si è schierato contro il dossier, ha scritto: "Quello che il Consiglio ha approvato oggi è un cavallo di Troia. Con l'approvazione di una scansione di massa 'volontaria', sta legittimando la sorveglianza di massa, senza mandato e soggetta a errori, di milioni di europei da parte delle aziende statunitensi".
Attualmente, il sistema di intelligenza artificiale per il controllo delle immagini Csa online non è pienamente operativo e comporta un elevato rischio di falsi positivi.
I dati della polizia federale tedesca hanno dimostrato che il 50 per cento di tutte le segnalazioni sono penalmente irrilevanti.
Breyer ha inoltre sottolineato che l'introduzione di sistemi di verifica dell'età, tramite carte d'identità o riconoscimento facciale, metterebbe a rischio la privacy online.
Ora che il Consiglio ha finalmente raggiunto un compromesso, nonostante l'opposizione di Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Polonia, i negoziati con il Parlamento europeo e la Commissione potranno iniziare nel 2026.
Tali negoziati devono avvenire prima della scadenza, già posticipata, dell'attuale regolamento sulla privacy elettronica, che prevede eccezioni in base alle quali le aziende possono effettuare questo tipo di scansione volontaria.