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Mattarella in una nuova lista del Cremlino dei leader occidentali "russofobi", sdegno di Roma

Il presidente russo Vladimir Putin al Quirinale dal presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella a Roma, Italia, 4 luglio 2019
Il presidente russo Vladimir Putin al Quirinale dal presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella a Roma, Italia, 4 luglio 2019 Diritti d'autore  Domenico Stinellis/AP
Diritti d'autore Domenico Stinellis/AP
Di Maria Michela D'Alessandro & Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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In risposta alla pubblicazione della lista, il ministero degli Affari Esteri italiano ha convocato l’ambasciatore russo in Italia. L'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue Kaja Kallas la più "russofoba" secondo Mosca

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"Un'inaccettabile provocazione" e "l'ennesima operazione di propaganda finalizzata a distogliere l'attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca". Così ha risposto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla pubblicazione sul sito web del ministero degli Esteri russo di una lista di presunti leader occidentali russofobi, tra cui figura anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

Nella nota la premier ha ribadito il sostegno dell'Italia all'Ucraina nella "brutale guerra di aggressione scatenata dalla Russia" e ha rivolto la sua solidarietà al presidente della Repubblica Mattarella e a tutti gli altri presenti nella "blacklist" stilata dal Cremlino.

Il documento, risalente al 24 luglio scorso e dal titolo Esempi di dichiarazioni di responsabili e rappresentanti delle élite di Paesi occidentali sulla Russia che usano l’hate speech, accusa decine di alti funzionari di avere incitato all'odio nei confronti della Russia.

Include esponenti di 13 Paesi, oltre a figure di rilievo della Nato e dell’Unione europea.

La frase attribuita a Mattarella, unico italiano presente nella lista, è quella contenuta in una dichiarazione del 5 febbraio 2025 all’Università di Marsiglia, in cui il Capo di Stato italiano ha tracciato un parallelo tra l’aggressione russa in Ucraina e le guerre di conquista del Terzo Reich.

La lista ha provocato uno sdegno bipartisan, con esponenti sia della maggioranza che dell'opposizione che hanno espresso solidarietà al Capo di Stato. Il ministero degli Affari Esteri italiano ha convocato l’ambasciatore russo in Italia.

"Non ci dovrebbe nemmeno troppo stupire la pubblicazione di 'liste di proscrizione' da parte di Mosca e del suo regime autocratico", ha commentato in un lungo post su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Mi colpisce però il fatto di trovare, in quella lista, il nostro presidente della Repubblica, che è considerato da sempre e da tutti una persona saggia, istituzionale e super partes".

"Mi rattrista profondamente vedere la loro grande nazione rappresentata da macchiette da soap opera. Capisco che si siano sentiti offesi dalla verità sull'Ucraina, ma per far capire che vogliono conquistarla e dominarla basta non esser ciechi, al loro soldo o stupidi", ha aggiunto il ministro.

Kaja Kallas la più "russofoba" secondo Mosca

Nella lista compaiono anche dichiarazioni del cancelliere tedesco Friedrich Merz, del presidente francese Emmanuel Macron e del segretario generale della Nato Mark Rutte, quest'ultimo con ben tre citazioni.

L’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue Kaja Kallas viene menzionata sette volte, mentre per gli Stati Uniti viene citato solo il senatore repubblicano Lindsey Graham, che aveva ipotizzato, in un post su X, la possibilità che gli Stati Uniti potessero bombardare la Russia nel caso in cui Mosca non avesse rispettato l’ultimatum per la pace imposto dal presidente Donald Trump.

Nel 2024 anche Tajani e Crosetto nella lista dei "russofobi" di Mosca

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto figuravano, insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una precedente lista dei dirigenti europei stilata nel 2024 dal ministero degli Esteri di Mosca, ai quali venivano addebitate frasi giudicate come esempi di messaggi d'odio contro la Russia.

La frase citata di Mattarella era presa da un discorso pronunciato il 18 maggio 2024 al cimitero militare polacco nell’80esimo anniversario della battaglia di Monte Cassino. Quelle di Tajani e Crosetto da due distinte interviste pubblicate entrambe su Il Messaggero rispettivamente il 24 febbraio 2024 e il 6 maggio dello stesso anno.

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