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Nucleare iraniano, si riaccende il dialogo a Istanbul: E3 e Teheran pronti a trattare ancora

Una macchina centrifuga nell'impianto di arricchimento dell'uranio di Natanz, nell'Iran centrale, 5 novembre 2019
Una macchina centrifuga nell'impianto di arricchimento dell'uranio di Natanz, nell'Iran centrale, 5 novembre 2019 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Oman Al Yahyai Agenzie: AP
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Iran e Paesi E3 concludono a Istanbul un round di colloqui sul nucleare: intesa per continuare il dialogo, mentre cresce la pressione sullo "snapback" delle sanzioni

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I colloqui tra l'Iran e i Paesi E3 — Regno Unito, Francia e Germania — si sono conclusi venerdì a Istanbul con l'impegno reciproco di proseguire le discussioni per superare lo stallo sul programma nucleare iraniano. L'incontro, durato quattro ore presso il consolato iraniano, è stato il primo faccia a faccia formale dopo il conflitto di 12 giorni tra Iran e Israele a giugno, che ha portato a raid aerei statunitensi su siti nucleari.

Al centro del dialogo, la possibile reintroduzione delle sanzioni internazionali precedentemente revocate dall'accordo sul nucleare del 2015 (Jcpoa), che imponeva limiti all’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran in cambio di un alleggerimento delle misure punitive.

Il viceministro degli Esteri iraniano Kazem Gharibabadi, che ha guidato la delegazione insieme a Majid Takht-e Ravanchi, ha definito le discussioni “serie, franche e dettagliate”, sottolineando che entrambe le parti hanno portato “idee specifiche” e concordato ulteriori consultazioni future.

I giornalisti attendono fuori dal consolato iraniano a Istanbul, 25 luglio 2025
I giornalisti attendono fuori dal consolato iraniano a Istanbul, 25 luglio 2025 AP Photo

I Paesi E3 hanno messo in guardia Teheran: in assenza di progressi, potrebbero ripristinare le sanzioni attraverso il meccanismo di "snapback" previsto dal Jcpoa. Un diplomatico europeo, rimasto anonimo, ha rivelato che è stata offerta una sospensione temporanea dell'attivazione del meccanismo a condizione di una piena cooperazione con l’Aiea e un ritorno all’impegno diplomatico.

Dal canto suo, l’Iran ribadisce che il proprio programma nucleare è legale. Gharibabadi ha affermato che i colloqui non devono diventare uno strumento per "agende nascoste come l’azione militare" e che il coinvolgimento iraniano richiede una “ricostruzione della fiducia” dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nel 2018.

L'Aiea ha recentemente riferito che le scorte iraniane di uranio arricchito al 60 per cento hanno superato i 400 chilogrammi. Il direttore dell'agenzia, Rafael Grossi, ha sollecitato Teheran a riprendere urgentemente la cooperazione, avvertendo che "questo è un obbligo internazionale".

In un’intervista ad Al Jazeera, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato che l’Iran non intende sviluppare armi nucleari e rimane impegnato nel rispetto del diritto internazionale.

I colloqui di Istanbul si inseriscono in un clima di forte tensione regionale, alimentato dai recenti attacchi israeliani e statunitensi a siti nucleari iraniani e dalle successive rappresaglie iraniane.

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