Si torna alla diplomazia sul nucleare dopo la guerra tra Iran e Israele e l'interruzione dei negoziati che erano in corso. Dall'esito dei colloqui di Istanbul può dipendere la decisione delle tre potenze europee di reimporre sanzioni a Teheran
Colloqui sul nucleare tra i diplomatici di Iran, Germania, Gran Bretagna e Francia sono in corso a Istanbul. Si tratta del primo ritorno alIa diplomazia sulla questione dopo la guerra a giugno tra Israele e Iran e lo stop di Teheran alla cooperazione con l'agenzia atomica internazionale (Aiea).
Le delegazioni sono al lavoro al consolato iraniano della città turca. I tre Paesi europei (spesso abbreviati in E3) hanno stabilito la scadenza del 31 agosto per ottenere una serie di garanzie da Teheran, in vista del 18 ottobre quando tutte le sanzioni delle Nazioni Unite cesseranno in base all'accordo Jcpoa firmato dieci anni fa, a meno di una loro proroga da comunicare un mese prima.
Tra le richieste fatte all'Iran ci sono la piena cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), interrotta il mese scorso, negoziati diretti con gli Stati Uniti e rassicurazioni sui circa 400 chili di uranio arricchito di cui si sono perse le tracce dopo gli attacchi americani.
L'Europa aveva minacciato di reimporre sanzioni all'Iran sulla base degli accordi Jcpoa in essere dal 2015 con le E3, la Cina, la Russia e gli Stati Uniti, che si sono tuttavia ritirati nel 2018 indebolendo l'intesa.
Secondo l'agenzia France Press, l'Europa è pronta a tornare alle sanzioni in caso di mancato raggiungimento di una soluzione negoziata sul programma nucleare iraniano e sull'arricchimento dell'uranio.
Il vice ministro degli Esteri iraniano Kazem Gharibabadi, presente ai colloqui in Turchia, ha recentemente avvertito che è "completamente illegale" ripristinare le sanzioni, caso in cui il Paese potrebbe anche considerare di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare.
L'attacco israeliano del 13 giugno era avvenuto solo due giorni prima del sesto round di colloqui sul nucleare tra Teheran e gli Stati Uniti, che il 22 giugno hanno bombardato direttamente gli impianti di Fordow, Isfahan e Natanz.
"La posizione della Repubblica islamica dell'Iran è immutata e il processo di arricchimento dell'uranio continuerà. Non rinunceremo a questo diritto della nazione iraniana", ha detto il ministro degli Esteri Abbas Araqchi alla vigilia dei colloqui di Istanbul.
Israele ha avvertito che potrebbe riprendere gli attacchi se l'Iran ricostruisse le strutture o avanzasse verso una capacità di armamento.