Il militare libico è legato a Osama Almasri, su cui pendeva un analogo mandato d'arresto internazionale che però l'Italia ha ignorato lo scorso gennaio rispedendo l'uomo in Libia. Se la Germania trasferità El Hishri a L'Aia potrebbe aprirsi il primo processo per i crimini del post-Gheddafi
Un militare libico, legato a Osama Almasri, il generale libico arrestato in Italia e poi rilasciato lo scorso gennaio, è stato arrestato il 16 luglio in Germania ha reso noto, venerdì, la Corte penale internazionale (Cpi) che aveva emesso il mandato di cattura.
Khaled Mohamed Ali El Hishri, alias Al Buti, è stato fermato all'aeroporto di Berlino-Brandeburgo in procinto di imbarcarsi per un volo per Tunisi. Era ricercato per crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga a Tripoli, dove sono state detenute migliaia di persone.
"È sospettato di avere commesso direttamente, ordinato o supervisionato crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidi, torture, stupri e violenze sessuali, presumibilmente commessi in Libia dal febbraio 2015 all'inizio del 2020", ha dichiarato la Cpi in un comunicato.
L'ufficio del procuratore della Corte ha commentato l'arresto come "un importante sviluppo" negli sforzi per ottenere giustizia per i crimini commessi nelle strutture di detenzione in Libia.
Chi è El Hishri e cosa lo lega ad Almasri che l'Italia ha lasciato andare
Come Almasri, El Hishri è un alto funzionario delle Forze speciali di deterrenza, la milizia nota come Sdf o Rada. L'eventuale processo a L'Aia sarebbe il primo di un sospettato libico presso la Cpi, che ha ringraziato "tutte le vittime e i testimoni che si sono fatti avanti per collaborare alle indagini".
El Hishri rimarrà in custodia in Germania fino al completamento delle procedure legali per il suo trasferimento all'Aia. La Corte affida infatti ai Paesi firmatari del Trattato di Roma, che l'ha istituita, l'esecuzione dei mandati di arresto, tanto da avere criticato l'Italia per non avere fatto la sua parte a inizio anno.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto alla Cpi di aprire un'indagine in Libia nel 2011, in seguito alle violenze che hanno portato al rovesciamento di Muammar Gheddafi e sono sfociate in una guerra civile paralizzante.
Allo stesso fine ha anche incaricato un gruppo di inquirenti indipendenti che ha stilato un voluminoso rapporto che raccoglie i crimini commessi della prigione di Mitiga, in cui Al Buti risultava come un leader delle guardie carcerarie. La Corte aveva emesso un mandato di cattura per il leader libico (e per altri otto sospetti libici, tra cui uno dei figli di Gheddafi) che però venne ucciso dai ribelli prima che potesse essere arrestato.
All'inizio di quest'anno, le autorità libiche hanno accettato la giurisdizione della Corte sul Paese dal 2011 alla fine del 2027.