Il partito di estrema destra vuole realizzare una "remigrazione di massa" che comporterebbe il rimpatrio di circa sette milioni di immigrati. Rocío de Meer e Samuel Guido Princesa hanno giustificato la misura con motivi di identità culturale e sicurezza, pur ammettendo la complessità del processo
Il partito di estrema destra spagnolo Vox ha ribadito la sua proposta di promuovere una "remigrazione di massa", che comporterebbe il rimpatrio di milioni di migranti, come hanno spiegato in una conferenza stampa la deputata Rocío de Meer e il portavoce nazionale degli Interni del partito, Samuel Guido Princesa.
Durante il punto stampa Guido Princesa ha sostenuto che le dimensioni del fenomeno migratorio in Europa e in Spagna sono arrivate a un punto che, a suo avviso, consente solo "una soluzione cattiva e una soluzione meno cattiva". Nelle sue parole, "la cattiva è quella di diventare la Francia, la meno cattiva è quella dei rimpatri di massa, un processo di remigrazione".
Da parte sua, Rocío de Meer ha quantificato in "più di sette milioni" le persone interessate da questo processo, tenendo conto anche dei discendenti nati in Spagna. La motivazione? Il volume degli arrivi in un breve periodo di tempo e la diversità delle origini rendono l'adattamento culturale "straordinariamente difficile", ha affermato.
"Tutti questi milioni di persone che sono arrivate molto di recente e che non si sono adattate ai nostri costumi, e che in molti casi hanno causato scene di insicurezza nei nostri quartieri, dovranno tornare nei loro Paesi", ha detto De Meer. L'intervento è stato pubblicato sull'account ufficiale del gruppo parlamentare Vox sul social network X.
Entrambi gli esponenti di partito hanno ammesso la complessità del processo, ma hanno sottolineato che si tratta di una misura che Vox difende per "preservare l'identità" e perché ritiene che ci sia, nelle loro parole, "il diritto di voler sopravvivere come popolo".