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Repressione in Georgia: incarcerati quattro leader dell’opposizione in pochi giorni

Manifestazione di protesta davanti al palazzo del Parlamento a Tbilisi, 29 novembre 2024
Manifestazione di protesta davanti al palazzo del Parlamento a Tbilisi, 29 novembre 2024 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gavin Blackburn Agenzie: AP
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Le proteste antigovernative continuano ogni giorno nel centro di Tbilisi, con i manifestanti che accusano il partito al governo Sogno Georgiano di essere filo-russo e di far deragliare gli sforzi del Paese per entrare nell'Ue

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Nel giro di pochi giorni, la Georgia ha incarcerato quattro esponenti di primo piano dell’opposizione filo-occidentale. Le detenzioni sono avvenute in seguito a un’inchiesta parlamentare che l’opposizione definisce uno strumento di persecuzione politica. Questa nuova ondata repressiva si inserisce in un contesto di tensione crescente, dopo le contestate elezioni di ottobre che hanno visto il partito al governo, Sogno Georgiano, ottenere un nuovo mandato tra accuse di brogli e interferenze russe.

Attualmente, quasi tutti i leader della “Coalizione per il cambiamento” — seconda forza politica secondo i risultati ufficiali — sono stati arrestati o si trovano in custodia cautelare. Le autorità giustificano gli arresti con il rifiuto degli imputati di testimoniare davanti a una commissione parlamentare, ma l’opposizione parla apertamente di vendetta politica e denuncia la violazione dello stato di diritto.

La polizia arresta Badri Japaridze, a Tbilisi, 23 giugno 2025
La polizia arresta Badri Japaridze, a Tbilisi, 23 giugno 2025 AP Photo

Condanne lampo e accuse di processo politico

Il caso più eclatante è quello di Giorgi Vashadze, leader del partito strategico Agmashenebeli, condannato a otto mesi di carcere martedì scorso.

Altri tre politici, Badri Japaridze, Manuka Khazaradze e Zurab Japaridze, hanno ricevuto pene simili per aver disertato le stesse udienze parlamentari. La giustificazione ufficiale è il mancato rispetto della legge, ma le voci critiche ritengono che si tratti di un pretesto per neutralizzare l’opposizione.

Vashadze, parlando alla stampa poco prima del suo arresto, ha denunciato che l’intera inchiesta viola la Costituzione georgiana, in quanto si svolge senza la rappresentanza dell’opposizione in parlamento, boicottato dopo le elezioni del 26 ottobre. Secondo lui, il vero obiettivo dell’indagine è “perseguitare l’opposizione” in un momento in cui il sostegno popolare verso l’alternativa politica al governo cresce, nonostante la repressione.

Manifestazione per chiedere il rilascio dei prigionieri politici e nuove elezioni a Tbilisi, 31 marzo 2025
Manifestazione per chiedere il rilascio dei prigionieri politici e nuove elezioni a Tbilisi, 31 marzo 2025 AP Photo

Un’opposizione decapitata e un Paese in bilico

Gli arresti recenti si aggiungono a quelli già avvenuti nei mesi scorsi. Nika Melia, Nika Gvaramia e Irakli Okruashvili — tutti ex ministri o leader di spicco del partito Movimento Nazionale Unito — sono tuttora in detenzione preventiva. La sistematica eliminazione dei principali oppositori segna un punto di svolta per la democrazia georgiana, sempre più orientata verso un modello illiberale.

Le autorità, tra cui il primo ministro Irakli Kobakhidze, continuano a negare qualsiasi motivazione politica dietro gli arresti, insistendo sul fatto che i politici non siano “al di sopra della legge”. Tuttavia, questa narrazione è ampiamente contestata sia in patria che all’estero, dove crescono gli appelli affinché le istituzioni europee e occidentali prendano una posizione più netta.

Il leader dell'opposizione Zurab Japaridze partecipa a un'udienza del tribunale di Tbilisi, 22 maggio 2025
Il leader dell'opposizione Zurab Japaridze partecipa a un'udienza del tribunale di Tbilisi, 22 maggio 2025 AP Photo

La piazza non si arrende, ma il clima resta teso

Le proteste continuano quotidianamente nel centro di Tbilisi, nonostante un numero di partecipanti inferiore rispetto all’autunno scorso. I manifestanti, spesso mascherati per evitare sanzioni, bloccano le strade intorno al Parlamento, accusando il governo di ostacolare il “futuro europeo” della Georgia.

Elene Khoshtaria, esponente dell’opposizione, ha denunciato l’uso di “violenza, repressioni e persecuzioni politiche” da parte del Sogno Georgiano, e ha chiesto maggiore sostegno internazionale: “Finché la Georgia combatte, penso che i nostri partner internazionali dovrebbero agire in modo molto deciso e coraggioso”.

Con l’incarcerazione di quasi tutta la leadership d’opposizione e un clima di forte repressione, la Georgia si allontana sempre più dal percorso europeo, innescando gravi preoccupazioni per il futuro democratico del Paese.

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