Non accadeva dal 1994 che un Papa celebrasse la messa nel Giorno di Natale, generalmente affidata a un cardinale. Nell'omelia il pensiero a Gaza e il ripudio della guerra. Poi la tradizionale benedizione "alla città e al mondo"
Dopo aver celebrato la messa di Natale e aver salutato i fedeli riuniti in piazza San Pietro a bordo della Papa mobile, Papa Leone XIV si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni - la stessa da cui lo scorso 8 maggio Prevost si è presentato al mondo come successore di Francesco - per estendere la tradizionale benedizione Urbi et Orbi (alla città e al mondo).
Il Pontefice ha concesso l'indulgenza plenaria.
"Chi non ama non si salva, è perduto. E chi non ama il fratello che vede, non può amare Dio che non vede", uno dei passaggi più significativi del messaggio del Papa, che ha ricordato il suo recente viaggio apostolico e invocato la pace per il Medio Oriente e rivolto il suo pensiero a tutte le guerre dimenticate.
"Ho ascoltato le loro paure e conosco bene il loro sentimento di impotenza dinanzi a dinamiche di potere che li sorpassano. Il Bambino che oggi nasce a Betlemme è lo stesso Gesù che dice: 'Abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!'".
"Da Lui invochiamo giustizia, pace e stabilità per il Libano, la Palestina, Israele, la Siria, confidando in queste parole divine: 'Praticare la giustizia darà pace. Onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre'”
Il pontefice non ha dimenticare il "martoriato popolo ucraino", e i fratelli del Sudan,del Sud Sudan, del Mali, della Repubblica Democratica del Congo e del Burkina Faso. Così come Haiti, i Paesi del Sud America, Myanmar, Cambogia e Thailandia e lo stremato popolo yemenita.
Concludendo con l'augurio in Italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, arabo, cinese e latino: "Buon Natale, che la Pace di Cristo regni nel vostro cuore e nelle vostre famiglie".
La messa celebrata dal Papa
Alle 10 di questa mattina, 25 dicembre, il pontefice era entrato in processione nella Basilica di San Pietro. Non capitava da 31 anni che un Papa celebrasse la messa in questo giorno: l’ultima volta è successo sotto il pontificato di Giovanni Paolo II nel 1994.
A partire da di Paolo VI, Papa tra il 1963 e il 1978, i vescovi di Roma hanno infatti sempre scelto di affidare questa celebrazione a un cardinale, riservandosi personalmente solo la benedizione Urbi et Orbi a mezzogiorno.
Con il Natale, anche se nessuno sembra crederci,“la pace esiste ed e gia in mezzo a noi. Oggi, dunque, non soltanto siamo sorpresi dalla pace che è già qui, ma celebriamo come questo dono ci è stato fatto. Nel come, infatti, brilla la differenza divina che ci fa prorompere in canti di gioia. Cosi, in tutto il mondo, il Natale e per eccellenza una festa di musiche e di canti”, ha aggiunto il Pontefice.
"Tanti fratelli e sorelle non hanno parola spogliati della loro dignità e ridotti al silenzio". Ha detto Papa Leone. "La carne umana chiede cura, invoca accoglienza e riconoscimento, cerca mani capaci di tenerezza e menti disposte all'attenzione".
Gaza e l'insensatezza della guerra nell'Omelia di Leone XIV
Le piaghe dell'umanità sofferente a causa della guerra sono state al centro dell'omelia della messa del Giorno di Natale celebrata da Leone XIV in San Pietro. Citando un passaggio di Papa Francesco, Leone XIV ha messo in guardia i fedeli dalla "tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore", esortando invece a toccare con mano la "carne sofferente degli altri".
"Come non pensare alle tende di Gaza, da settimane esposte alle piogge, al vento e al freddo, e a quelle di tanti altri profughi e rifugiati in ogni continente?", si è chiesto il Papa.
L'omelia ha toccato esplicitamente il tema della guerra e della manipolazione delle coscienze, definendo fragili "le menti e le vite dei giovani costretti alle armi, che proprio al fronte avvertono l'insensatezza di ciò che è loro richiesto e la menzogna di cui sono intrisi i roboanti discorsi di chi li manda a morire".
Per Leone XIV, la vera pace non è un concetto astratto o un equilibrio di forze, ma un evento interiore e sociale che scaturisce dall'empatia: "Quando la fragilità altrui ci penetra il cuore, quando il dolore altrui manda in frantumi le nostre certezze granitiche, allora già inizia la pace". Essa, ha aggiunto, "nasce da un vagito accolto, da un pianto ascoltato: nasce fra rovine che invocano nuove solidarieta".
Leone XIV: La Chiesa non serva i prepotenti ma il bene
"Il Natale rimotiva una Chiesa missionaria, sospingendola sui sentieri che la Parola di Dio le ha tracciato. Non serviamo una parola prepotente – ne risuonano già dappertutto – ma una presenza che suscita il bene, ne conosce l’efficacia, non se ne arroga il monopolio. Ecco la strada della missione: una strada verso l’altro".
"In Dio ogni parola è parola rivolta, è un invito alla conversazione, parola mai uguale a sé stessa. È il rinnovamento che il Concilio Vaticano II ha promosso e che vedremo fiorire solo camminando insieme all’intera umanità, mai separandocene. Mondano è il contrario: avere per centro sé stessi". Così Papa Leone XIV nel corso dell'omelia della Messa nel giorno di Natale".