Comincia la due giorni di summit tra i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Usa. Le guerre in Medio Oriente e Ucraina e quella commerciale di Trump al centro dei colloqui, ma si attendono divisioni. A margine Meloni ha incontrato gli altri leader europei
I leader di alcune delle maggiori potenze economiche del mondo sono arrivati nelle Montagne Rocciose canadesi per il vertice del G7, nel mezzo dell'escalation del conflitto tra Israele e Iran e dell'irrisolta guerra commerciale degli Stati Uniti.
Il summit - che riunisce da mezzo secolo Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti - si tiene questi 16 e 17 giugno a Kananaskis, 90 chilometri a ovest di Calgary, nello stato dell'Alberta.
Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha dichiarato di avere discusso con il presidente Donald Trump e con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, oltre che con altri leader mondiali, gli sforzi per attenuare la crisi e ha detto di aspettarsi "intense discussioni" durante il vertice.
Starmer è stato ricevuto dal primo ministro canadese Mark Carney a Ottawa per colloqui incentrati sulla sicurezza e sul commercio, in primi in Canada di un premier britannico da otto anni.
Il premier ha incontrato anche la nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha avuto un bilaterale pure con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e una riunione allargata domenica sera con il presidente francese Macron e Carney.
Si prevede anche un probabile colloquio di Meloni con Trump al margine del G7.
Gli incontri con i leader europei hanno permesso un coordinamento sugli sviluppi in Medio Oriente, sulla guerra in Ucraina e sulle migrazioni, ha fatto sapere Palazzo Chigi in una nota.
Si attendono però divisioni al summit, tanto che Carney ha deciso di optare per comunicati singoli sulle questioni affrontate nel summit invece di una dichiarazione finale congiunta.
Al G7 von der Leyen rinnova impegno Ue su Russia e Medio Oriente
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato domenica che il blocco è impegnato a rafforzare l'Ucraina e chiede diplomazia per fermare le guerra in Medio Oriente.
"Per raggiungere la pace attraverso la forza, dobbiamo esercitare maggiori pressioni sulla Russia per garantire un vero cessate il fuoco, per portare la Russia al tavolo dei negoziati e per porre fine a questa guerra", ha dichiarato von der Leyen durante una conferenza stampa in vista degli incontri.
"Abbiamo bisogno di una discussione franca tra i partner del G7, per ripristinare un senso di stabilità e prevedibilità tra di noi. Questa è la prima priorità", ha aggiunto la leader Ue, che ha assicurato anche di avere ribadito al presidente Usa di trovare una soluzione alla questione dei dazi entro il 9 luglio, quando scadrà la proroga alla loro entrata in vigore sui prodotti Ue.
Si attendono le mosse di Trump al vertice. Oltre alle questioni più pressanti di Gaza e dell'Iran, incombono le posizioni controverse tenute finora dal presidente Usa sul fare del Canada il 51° Stato della federazione e sul controllo della Groenlandia.
Macron in Groenlandia prima di G7, invitato anche Sud globale
Proprio nel territorio autonomo danese si è recato domenica il presidente francese, Emmanuel Macron, per una tappa simbolica sulla via del Canada.
Macron ha avvertito che la Groenlandia non è "da vendere" né "da prendere".
Con altri leader che vogliono parlare con Trump nel tentativo di dissuaderlo dall'imporre dazi, il vertice rischia di articolarsi in una serie di conversazioni bilaterali piuttosto che una dimostrazione di unità.
Tra i leader che non fanno parte del G7 ma che sono stati invitati al vertice da Carney ci sono i capi di Stato di India, Ucraina, Brasile, Sudafrica, Corea del Sud, Australia, Messico ed Emirati Arabi Uniti.
Questi Paesi cercheranno di convincere gli Stati Uniti a ridurre i dazi commerciali imposti,
Anche il presidente Volodymyr Zelensky partecipa al vertice e si prevede che incontri Trump, una riunione che arriva a pochi mesi di distanza dal loro colloquio nello Studio Ovale, che ha messo a nudo l'imprevedibilità del presidente statunitense.