A maggio lo scrittore Daniele Pieroni, affetto da morbo di Parkinson e costretto a vivere costantemente con la Peg, ha fatto ricorso al suicidio assistito. Si tratta del primo caso in Toscana dall'approvazione della legge regionale sul fine vita
Lo scorso 17 maggio si è verificato il primo caso di suicidio assistito in Toscana, dopo l'approvazione, lo scorso 11 febbraio, della legge regionale che definisce i tempi e le modalità previsti per la procedura.
A dare la notizia è l'associazione Luca Coscioni, che aveva redatto la proposta di legge "Liberi subito". "Il 17 maggio, in provincia di Siena Daniele Pieroni, scrittore, ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242/19 della Consulta e alla legge", si legge in un comunicato.
Pieroni, 60 anni, era dal 2008 affetto dal morbo di Parkinson e costretto a vivere con la Peg (Gastrostomia endoscopica percutanea, che consente di somministrare cibo e bevande direttamente nello stomaco del paziente) per 24 ore al giorno a causa di una grave disfagia.
La dinamica del primo caso di suicidio assistito in Toscana
"Alle 16:47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente", ha affermato la coordinatrice della sezione toscana dell'associazione Coscioni Felicetta Maltese, presente al momento della morte di Pieroni, avvenuta in casa dell'uomo. "Il personale sanitario è stato esemplare, presente non solo sul piano professionale ma anche umano. È importante che la legge abbia funzionato e che l'Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto", ha aggiunto Maltese.
Secondo quanto riferito dall'organizzazione, già nel 2023 l'uomo si era rivolto alla sua azienda sanitaria di riferimento e all'associazione Coscioni per capire come accedere al suicidio assistito. Per via dell'assenza di una normativa all'epoca, il suo caso è rimasto in stallo per circa un anno e mezzo. Dopo l'approvazione della legge regionale sono iniziate le verifiche sulla situazione di Pieroni e dopo due mesi la richiesta è stata autorizzata.
L'attivista e tesoriere dell'associazione Coscioni, Marco Cappato gli ha fornito le informazioni necessarie per la procedura, "incluse le informazioni anche sulle disposizioni anticipate di trattamento, sul percorso di sedazione palliativa profonda e sul distacco dei trattamenti in corso" e Pieroni aveva scelto di seguire il percorso previsto dalla sentenza "Cappato-dj Fabo".
Il ricorso del governo italiano per la legge regionale sul fine vita
L'associazione ha spiegato che si tratta del "primo caso di morte volontaria assistita avvenuto nella Regione da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l'impugnazione da parte del governo". A maggio il governo aveva annunciato il ricorso ma il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo aveva specificato che la legge sarebbe comunque rimasta in vigore fino alla sentenza della Corte costituzionale.
Per l'organizzazione, il ricorso del governo rappresenta "una scelta ideologica e priva di fondamento giuridico, che ostacola un diritto già riconosciuto. Intanto, troppe persone continuano a soffrire o a emigrare per morire con dignità. Invitiamo tutte le Regioni ad agire per garantire la libertà e il rispetto delle volontà delle persone".
Cappato, insieme alla segretaria nazionale dell'associazione Coscioni Filomena Gallo, ha sottolineato in una nota che "la legge Toscana sul fine vita, frutto di un'iniziativa popolare sostenuta da oltre 11mila persone, è un atto di civiltà e responsabilità che garantisce tempi certi per l'accesso all'aiuto medico alla morte volontaria, applicando quanto già stabilito dalla Corte costituzionale".
Le reazioni al primo caso di suicidio assistito in Toscana
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha espresso il suo sostegno alla legge. "È la dimostrazione di quanto sia vano il tentativo di dichiararla incostituzionale, di quanto la Regione abbia momentaneamente colmato un vuoto, che non abbiamo la presunzione di riempire per sempre", ha dichiarato il presidente della Toscana ai giornalisti.
Per Giani è dunque opportuno che una norma nazionale possa dar corso a un adattamento in termini di legge di quanto la Corte Costituzionale ha affermato sul piano dei principi. Su un ipotetica legge nazionale si è espresso anche il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini: "Arriveremo in Aula a luglio con una proposta comune".
Il presidente della Regione ha poi specificato che la legge non crea nuove condizioni, anche di disciplina, rispetto al fine vita medicalmente assistito. Ma invece è una legge "che si è limitata a tradurre in procedure obiettive, imparziali, neutre, quello che già la sentenza della Corte costituzionale".
Anche il presidente del Consiglio della Toscana Antonio Mazzeo ha commentato positivamente il fatto. "Oggi la Toscana si conferma, ancora una volta, terra di diritti, di dignità e di civiltà", ha sottolineato Mazzeo, aggiungendo come questo dimostra "che è possibile coniugare umanità, giustizia e rispetto delle scelte individuali all'interno di un quadro pienamente costituzionale".