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Profiling razziale,Consiglio d’Europa: “Anche in Italia e Francia la polizia discrimina"

Agenti della polizia francese controllano i documenti d'identità alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, a Marsiglia.
Agenti della polizia francese controllano i documenti d'identità alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, a Marsiglia. Diritti d'autore  Claude Paris/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Claude Paris/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
Di Lauren Walker
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Il Consiglio d’Europa lancia l’allarme sul profiling razziale da parte delle forze dell’ordine nei Paesi Ue, inclusa l’Italia. Critiche all’uso del riconoscimento facciale e invito a maggiori tutele. L’Ecri: “Nessuno Stato è immune”

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Il profiling razziale da parte delle forze dell’ordine resta una pratica diffusa in Europa, nessun Paese escluso. A lanciare l’allarme è l’Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, organismo del Consiglio d’Europa.

Nel suo ultimo rapporto, pubblicato mercoledì, denuncia come agenti di polizia e funzionari di frontiera continuino a operare sulla base di origine etnica, colore della pelle o religione, piuttosto che di prove oggettive.

«Nessuno Stato membro è immune quando si parla di profiling razziale», ha dichiarato a Euronews Bertil Cottier, presidente dell’Ecri. Un’affermazione che pesa, soprattutto mentre molti governi europei si affrettano a rafforzare i controlli di sicurezza e a integrare tecnologie sempre più invasive, come il riconoscimento facciale.

Nuove tecnologie: risorsa, ma anche rischio

L’intelligenza artificiale è una risorsa, ma anche un rischio. L’Ecri lancia un chiaro monito contro il crescente utilizzo del riconoscimento facciale da parte della polizia, sottolineando l’assenza di tutele uniformi tra i Paesi Ue, nonostante l’entrata in vigore, nell’agosto 2024, della legge europea sull’AI.

La situazione è frammentata: in Francia, la polizia fa uso di riconoscimento facciale da anni nelle strade, mentre in Belgio si discute un’applicazione sistematica per identificare sospetti e latitanti. L’Ecri cita ricerche preoccupanti che indicano come queste tecnologie possano generare falsi positivi, amplificando il rischio di discriminazione.

«Le nuove tecnologie sono sempre problematiche quando si parla di discriminazione», ha dichiarato Cottier. «Se abusate, aggravano un problema già profondo». Proprio per questo, il Consiglio d’Europa ha adottato una convenzione quadro sui diritti umani e l’AI e sta elaborando una raccomandazione specifica sull’uso non discriminatorio dell’intelligenza artificiale.

Francia e Italia sorvegliate speciali: rapporti tesi con l’Ecri

Il rapporto evita di puntare il dito contro singoli Stati, ma non è un mistero che Francia e Italia siano al centro delle preoccupazioni. In Francia, l’organismo raccomanda da tempo un sistema di tracciabilità dei controlli di identità, proprio per evitare che questi si basino su criteri etnici o religiosi. Ma le richieste restano inascoltate: "Con tristezza abbiamo constatato che le nostre raccomandazioni sono state ignorate", ha detto Cottier.

Nel 2023, il Consiglio di Stato francese, la massima corte amministrativa del Paese, ha riconosciuto che lo Stato non ha fatto abbastanza per contrastare il profiling razziale da parte della polizia. Le Ong parlano di una frattura crescente tra cittadini e forze dell’ordine, mentre l’Ecri denuncia un clima di sfiducia e umiliazione: «Il profiling razziale genera sentimenti di ingiustizia e mina il lavoro degli agenti che agiscono secondo i principi etici e legali».

Italia: rom e africani i più colpiti. Il governo rifiuta l’allarme

In Italia, l’organismo ha riscontrato episodi di profiling razziale soprattutto contro i rom e le persone di origine africana. Durante una missione recente, la commissione ha invitato il governo a condurre uno studio indipendente per misurare il fenomeno all’interno delle forze dell’ordine. Ma la risposta è stata tutt’altro che collaborativa.

La premier Giorgia Meloni ha difeso gli agenti: "Donne e uomini che ogni giorno lavorano con dedizione per garantire la sicurezza di tutti, senza distinzioni». Il vicepremier Matteo Salvini è stato più diretto, definendo l’Ecri "un ente inutile". Una reazione che il presidente Cottier ha definito "dispiaciuta e incomprensibile": "Non abbiamo accusato nessuno. Abbiamo solo chiesto che il problema venga valutato con serietà".

La questione è delicata, lo riconosce lo stesso Cottier: «Sappiamo quanto sia difficile parlare di questi temi. Non siamo contro la polizia, anzi. Ma serve trasparenza, formazione e responsabilizzazione, se vogliamo costruire fiducia e sicurezza vere».

Un invito all’azione: servono leggi chiare e formazione adeguata

Il Consiglio d’Europa invita tutti gli Stati membri a prendere posizione in modo chiaro contro il profiling razziale: vietarlo per legge, migliorare la formazione delle forze dell’ordine e implementare meccanismi di controllo efficaci.

Il rischio, secondo l’Ecri, è duplice: da un lato, si mina la fiducia tra cittadini e istituzioni; dall’altro, si danneggia il lavoro degli agenti che operano nel rispetto della legge. In un’Europa che si proclama inclusiva e democratica, il razzismo sistemico non può trovare alcuna giustificazione.

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