Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Huawei e le presunte attività di lobbying illecite al Parlamento Ue: cosa sappiamo finora

I lobbisti di Huawei sono temporaneamente banditi dal Parlamento europeo
I lobbisti di Huawei sono temporaneamente banditi dal Parlamento europeo Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Vincenzo Genovese
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

I procuratori belgi stanno indagando su un caso di corruzione che coinvolge il Parlamento europeo e la società tecnologica cinese Huawei

PUBBLICITÀ

Un'importante indagine sulla corruzione ha scosso il Parlamento europeo a marzo, concentrandosi sulle accuse che il gigante tecnologico cinese Huawei si sia impegnato in pratiche di lobbying illecite per influenzare la politica dell'Ue a suo favore.

L'indagine ha portato a diversi arresti e irruzioni negli uffici della sede di Bruxelles del Parlamento e ha provocato, come reazione, un divieto temporaneo per i lobbisti di Huawei.

Il caso Huawei e le possibili influenze occulte nel Parlamento europeo

I pubblici ministeri belgi stanno verificando se Huawei abbia orchestrato una campagna di influenza occulta all'interno del Parlamento europeo. Gli investigatori stanno esaminando se dal 2021 i rappresentanti di Huawei abbiano offerto tangenti agli eurodeputati e ai loro assistenti.

Secondo la procura belga, la corruzione "sarebbe stata praticata regolarmente e in modo molto discreto, con il pretesto del lobbismo commerciale" e avrebbe incluso compensi, regali eccessivi come cibo e spese di viaggio o inviti regolari a partite di calcio.

Questi incentivi erano presumibilmente finalizzati a garantire posizioni politiche favorevoli su argomenti di interesse per l'azienda cinese.

Cosa ha deciso finora la procura belga sul caso Huawei

Il 13 marzo le autorità belghe hanno condotto 21 perquisizioni in tutto il Belgio e in Portogallo, comprese irruzioni nella sede di Huawei a Bruxelles e negli uffici di alcuni assistenti parlamentari. Queste azioni hanno portato a diversi arresti e al sequestro di documenti e dispositivi elettronici.

Successivamente, otto persone sono state accusate di reati quali corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un'organizzazione criminale. Secondo le ultime informazioni fornite dalla procura belga, tre di loro sono ancora in custodia, tre sono sotto sorveglianza elettronica e due sono stati rilasciati sotto condizione.

Chi è coinvolto nello scandalo Huawei

Il procuratore non ha fatto i nomi dei sospetti, ma diversi media hanno riportato il nome di Valerio Ottati, un lobbista italo-belga che è il direttore degli affari pubblici di Huawei nell'Ue e che ha lavorato come assistente di diversi europarlamentari in Parlamento. Ottati è considerato una figura centrale nel presunto schema di corruzione. Non ha risposto alle richieste di commento di Euronews.

Secondo i media, anche Abraham Liu, rappresentante capo di Huawei presso le istituzioni europee, è coinvolto nel caso.

Il procuratore belga ha anche chiesto di revocare l'immunità di quattro membri del Parlamento europeo, per poter indagare sul loro coinvolgimento.

Due di loro appartengono a Forza Italia: Salvatore De Meo e Fulvio Martusciello. Gli altri sono l'eurodeputato socialista maltese Daniel Attard e l'eurodeputato bulgaro di Renew Europe Nikola Minchev.

Gli uffici degli assistenti degli eurodeputati Marco Falcone (Ppe) e Nikola Minchev (Bulgaria/Renew Europe) sono stati sigillati durante le indagini, mentre in Italia l'assistente Lucia Simeone è stata arrestata e successivamente rilasciata.

Quali sono state le conseguenze dello scandalo Huawei nel Parlamento Ue

Il quotidiano italiano La Repubblica ha citato una lettera del 2021 firmata da otto eurodeputati che sostengono la necessità di continuare a sviluppare la tecnologia 5G in Europa senza ostacoli geopolitici, in quanto pertinente all'indagine.

La lettera, promossa dall'ufficio di Martusciello, non menzionava esplicitamente Huawei, ma i pubblici ministeri ritengono che sia stata redatta per promuovere gli interessi dell'azienda. Gli inquirenti sostengono che siano stati effettuati pagamenti all'autore e ai cofirmatari della lettera, mascherati da onorari per consulenze e spese per la campagna elettorale, secondo quanto riportato.

Cinque degli otto eurodeputati che hanno firmato la lettera e che sono ancora membri del Parlamento, hanno dichiarato a Euronews di non aver ricevuto alcun pagamento da Huawei.

Come hanno reagito le istituzioni europee allo scandalo Huawei

Il Parlamento europeo ha immediatamente sospeso l' accesso ai suoi locali ai lobbisti di Huawei, come misura precauzionale. Ciò significa che i rappresentanti dell'azienda non possono accedere alle sedi del Parlamento a Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo.

Anche la Commissione europea ha sospeso le relazioni con Huawei. "La Commissione non incontrerà gruppi di pressione e/o associazioni commerciali che rappresentano gli interessi di Huawei e/o parlano a suo nome", ha dichiarato l'esecutivo in un comunicato.

Huawei ha dichiarato di prendere sul serio le accuse e di impegnarsi a collaborare con le indagini, sottolineando che l'azienda ha una "politica di tolleranza zero nei confronti della corruzione o di altri illeciti" ed è "impegnata a rispettare sempre tutte le leggi e i regolamenti applicabili".

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Difesa Ue, i produttori intensificano le attività delle lobby al Parlamento europeo: ci sono anche aziende e deputati italiani

Gli eurodeputati che hanno firmato la lettera sul 5G legata a Huawei negano i pagamenti

Scandalo corruzione a Bruxelles: la lobby tecnologica prende le distanze da Huawei