Atene ha sempre negato le accuse di respingimento, sostenendo che le sue misure di controllo delle frontiere sono conformi al diritto internazionale
Il Consiglio d'Europa ha esortato la Grecia a rafforzare le garanzie legali alle sue frontiere e ad adottare un "approccio di tolleranza zero ai rimpatri sommari", mentre continuano le segnalazioni di deportazioni illegali di migranti, a fronte delle crescenti critiche internazionali.
Michael O'Flaherty, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, ha formulato le raccomandazioni dopo una visita in Grecia a febbraio.
Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Michael O'Flaherty, ha esortato la Grecia a porre fine ai respingimenti sommari dei migranti e a rafforzare le garanzie legali alle sue frontiere.
Questa richiesta segue una visita effettuata nel febbraio 2025, durante la quale sono emerse preoccupazioni riguardo a pratiche persistenti di respingimenti, noti anche come "pushback", sia alle frontiere terrestri che marittime. Tali pratiche impediscono l'identificazione individuale dei migranti e la valutazione dei rischi per i loro diritti umani, violando così gli obblighi internazionali.
O'Flaherty, ha poi osservato una recente diminuzione delle denunce di respingimenti illegali da parte della Grecia. Tuttavia, ha sottolineato che permangono preoccupazioni riguardo a pratiche che violano i diritti dei migranti.
Le autorità greche continuano a negare l'esistenza di respingimenti illegali, sostenendo che le operazioni di controllo delle frontiere sono conformi al diritto internazionale.
In una risposta scritta al Commissario, la polizia greca ha dichiarato che i suoi agenti si limitano a prevenire legalmente l'ingresso irregolare di migranti quando questi si trovano ancora in territorio turco e non hanno ancora raggiunto la Grecia.
Nonostante queste affermazioni, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha recentemente condannato la Grecia per violazioni sistematiche dei diritti umani legate ai respingimenti.
Inoltre, il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d'Europa ha nuovamente sollecitato la Grecia a riformare il suo sistema di detenzione dei migranti e a garantire che i cittadini stranieri siano trattati con dignità e umanità.
La sentenza della Corte europea contro la Grecia
Le accuse di respingimento hanno acquisito importanza legale dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha emesso una sentenza contro la Grecia a gennaio, stabilendo che Atene ha violato le convenzioni europee sui diritti umani espellendo sistematicamente i migranti senza un giusto processo.
La stretta della Grecia sull'immigrazione
Il ministro dell'immigrazione Makis Voridis ha annunciato l'intenzione di estendere il periodo massimo di detenzione per i richiedenti asilo respinti da 18 a 24 mesi.
"Il migrante illegale la cui domanda di asilo viene respinta e che tuttavia non parte per il suo Paese si troverà ad affrontare un ambiente istituzionale molto più sfavorevole di quello attuale, essenzialmente per incoraggiare la partenza volontaria", ha dichiarato Voridis al canale televisivo Action 24.
Martedì la guardia costiera ha riferito di aver salvato 158 migranti da tre gommoni a sud dell'isola di Creta, con l'assistenza di navi commerciali vicine e di Frontex, l'agenzia dell'Ue per la protezione delle frontiere.
Il mese scorso, Frontex ha anche dichiarato di stare indagando su molteplici presunte violazioni dei diritti umani da parte della Grecia nel modo in cui gestisce l'immigrazione clandestina.
Frontex, attraverso un suo portavoce, Chris Borowsk, ha dichiarato quindi di aver fatto partire le indagini su 12 presunti incidenti gravi avvenuti per lo più nel 2024, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
"Ci sono attualmente 12 rapporti attivi su incidenti gravi relativi alla Grecia all'esame dell'Ufficio per i diritti fondamentali - specificato Borowsk -. Ognuno di essi è oggetto di un esame approfondito".