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Dal Vinitaly la reazione ai dazi di Trump: 50% delle cantine verso altri mercati

Bottiglie di vino rosso in mostra al Vinitaly di Verona
Bottiglie di vino rosso in mostra al Vinitaly di Verona Diritti d'autore  Luca Bruno/AP
Diritti d'autore Luca Bruno/AP
Di Filippo Gozzo
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Con l'inasprimento dei dazi introdotti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, molte aziende vinicole stanno cambiando la loro strategia commerciale. Intanto, oltre 50 milioni di bottiglie di vino italiano dovranno essere ricollocate in Europa

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In questi giorni al Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati di Verona, ci sono due protagonisti: il vino, ovviamente, e i dazi introdotti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Con l'inasprimento delle tariffe doganali, molte imprese vinicole stanno cambiando la loro strategia commerciale.

Secondo un'indagine condotta da Intesa Sanpaolo, la metà delle aziende del settore sono alla ricerca di nuovi clienti in nuovi mercati.

Alcune realtà starebbero invece valutando di aprire filiali commerciali o produttive negli Usa, mentre altre ancora potrebbero rivedere i listini per il mercato americano.

Gli Stati Uniti sono un mercato rilevante per l'alimentare italiano: il peso degli Usa sul totale dell'export dell'alimentare e bevande è del 13,4 per cento, superiore anche al settore del manifatturiero, fermo al 10,4 per cento.

Per alcuni comparti dell'alimentare si arriva ben oltre il 20 per cento, con punte del 28 per cento per quanto riguarda le bevande dissetanti e acque minerali e del 25 per cento per l'olio e per il vino.

In particolare, l'esportazione italiana di vino l'anno scorso ha fatto registrare numeri importanti: ci sono state oltre 8 miliardi di vendite sui mercati esteri, +5,5 per cento rispetto al 2023, e sono proprio Stati Uniti, con un +10,2 per cento e Canada (+15,2 per cento) che hanno trainato il settore.

Emma Drew, direttrice generale dell'enoteca Biondivino, davanti alle bottiglie di vino italiano esposte nel negozio di San Francisco, 14 marzo 2025
Emma Drew, direttrice generale dell'enoteca Biondivino, davanti alle bottiglie di vino italiano esposte nel negozio di San Francisco, 14 marzo 2025 Jeff Chiu/Copyright 2025 The AP. All rights reserved

L'effetto dei dazi: 54 milioni di bottiglie di vino da ricollocare

Crescono le preoccupazioni del settore, in quanto l'impatto dei dazi comincia già a farsi sentire.

Secondo il primo rapporto Enpaia-Censis del 2025, circa 54 milioni di bottiglie di vino italiano non troveranno più spazio sul mercato americano e dovranno essere ricollocate in mercati alternativi, come Germania e Regno Unito.

Tuttavia, la differenza dei prezzi tra i Paesi europei e gli Stati Uniti rende difficile compensare le perdite e per riuscirci le aziende italiane dovrebbero vendere 92 milioni di bottiglie, un'impresa che richiederà un notevole sforzo.

In più, nonostante le esportazioni italiane in America riescano a mantenere stabilità in termini di valore, circa il 20 per cento del valore dell'export, pari a 1,9 miliardi di euro, finirà nelle casse degli Stati Uniti, con una conseguente significativa perdita economica per le imprese italiane.

Le proteste degli operatori del settore

"Un Barolo è un Barolo, non lo trovi da nessun'altra parte. La mossa dell'amministrazione Trump non ha senso e non è utile'', ha detto all'Adnkronos Vincenzo Guglietta, responsabile di un'azienda americana che importa e distribuisce vini italiani negli Usa.

"Per ora il primissimo riscontro che abbiamo avuto dalla maggior parte dei nostri importatori è un grande nervosismo, c'è grande incertezza e le persone non sanno cosa fare. Penso che per ora nessuno sappia cosa succederà. Credo che nemmeno l'amministrazione Trump sappia cosa vuole fare', ha aggiunto Guglietta, che poi avverte:

"Questa incertezza impatterà senza dubbio sui costi del vino, che molto probabilmente aumenteranno. Certo, gli importatori possono decidere di assorbire le tariffe e non scaricarle sul prezzo, ma questo può durare per qualche mese, non sul lungo periodo. Alla fine i prezzi dovranno aumentare'', ha concluso.

Vini e distillati in mostra al Vinitaly di Verona
Vini e distillati in mostra al Vinitaly di Verona Luca Bruno/AP2010

Le critiche di Matteo Renzi al governo

"Trump sta speculando sui risparmiatori, sta distruggendo finanziariamente il ceto medio, però i sovranisti stanno tutti zitti. Ho sentito Salvini che ha detto che i dazi sono un'opportunità e lo ha detto senza venire al Vinitaly quindi era sobrio... sobrio, non si sa. Però io penso che chi fa male al vino è gente come Salvini", ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi, nel corso della sua visita al Vinitaly di Verona, riferendosi al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L'ex primo ministro italiano ha poi attaccato l'attuale premier: "Meloni quando è in difficoltà scappa, non dal Vinitaly, dove l'avrebbero comunque accolta con piacere: scappa dal Parlamento, che è un po' più grave. Non è colpa del Governo se Trump mette i dazi, ma è colpa del governo se l'Italia non reagisce. Qui ci sono centinaia di imprenditori che sono innanzitutto preoccupati perché non sanno che pesci pigliare"

"Quando è iniziata questa crisi, Meloni ha detto 'non c'è nessuna catastrofe', Tajani ha detto 'nessun allarmismo' e la gente ha perso il 20 per cento dei propri risparmi: questo è un atteggiamento irresponsabile. Quello che a me non convince è la risposta debole, incerta e tentennante del nostro Governo", ha ribadito il senatore.

"A Trump di Meloni interessa zero. Per tre mesi ci hanno detto 'ora però ci pensa Giorgia'. Neanche è stata ricevuta", ha continuato Renzi.

Poi, riferendosi all'incontro di martedì tra la premier Meloni e le categorie produttive, ha detto: "Mi auguro che vada bene, ma il mio giudizio è che Meloni è un po' troppo un'influencer e un po' poco una politica".

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