La decisione è stata comunicata dal Tribunale di Parigi: quattro anni di reclusione per la leader della destra francese per appropriazione indebita di fondi europei
Marine Le Pen e una ventina di funzionari e impiegati del Rassemblement National (Rn) sono stati giudicati colpevoli, lunedì, nel processo sui "finti incarichi" al Parlamento europeo di Strasburgo.
Le Pen è stata condannata a quattro anni dal Tribunale di Parigi per appropriazione indebita di fondi pubblici, di cui due agli arresti domiciliari e senza condizionale, oltre all'ineleggibilità immediata a cariche politiche per cinque anni e a una multa di 100mila euro.
La decisione è stata comunicata dalla presidente del Tribunale di Parigi Bénédicte de Perthuis. Stessa condanna per gli altri coimputati eletti, precisa il Tribunale.
La condanna per appropriazione indebita compromette le elezioni del 2027
L'ineleggibilità mette con tutta probabilità fuori gioco per le elezioni presidenziali del 2027 la leader della destra francese, che ha lasciato l'aula prima del verdetto. "Faremo appello", ha annunciato il suo avvocato.
Jordan Bardella, co-leader dell'Rn che potrebbe sostituirla alla corsa del 2027, ha dichiarato su X che non solo Le Pen “è stata condannata ingiustamente” ma che anche la democrazia francese “è stata giustiziata”.
Le Pen comparire lunedì sera in un'intervista televisiva alle 20 all'emittente francese Tf1, a meno di cambi di proramma.
La vicenda giudiziaria risale agli anni 2004-2016. Nel Parlamento europeo l'allora Front National aveva impiegato una quarantina di assistenti parlamentari pagati dalla Ue per svolgere attività del partito e non per portare avanti i dossier europei.
Il danno stimato è stato quantificato intorno ai 4 milioni di euro e il partito di Le Pen condannato a risarcirne la metà. Tra gli imputati, oltre alla 56enne Marine, c'era il padre Jean-Marie Le Pen, deceduto però lo scorso gennaio.
Il processo è iniziato a fine settembre 2024 e si è concluso il 27 novembre. L'accusa aveva chiesto per Le Pen 5 anni di reclusione di cui 3 con la condizionale, una pena leggermente ridotta dai giudici, che hanno condannato anche a varie pene 23 tra politici e assistenti parlamentari.
Una sentenza che fa scuola?
Una sentenza emessa venerdì dalla Corte costituzionale francese aveva scatenato speculazioni sulla possibilità che Marine Le Pen potesse candidarsi alle elezioni presidenziali francesi del 2027.
La sentenza riguarda il licenziamento di Rachadi Saindou, un ex rappresentante locale del territorio francese d'oltremare di Mayotte.
Gli avvocati che rappresentano Saindou, condannato nel 2024 per appropriazione indebita di fondi pubblici, avevano sostenuto che il loro cliente non avrebbe dovuto essere rimosso dall'incarico fino al completamento del processo d'appello.
Tuttavia, la Corte costituzionale francese ha respinto questa argomentazione. Secondo gli studiosi di diritto, il caso Saindou ha implicazioni per Le Pen, anche se per la leader della destra francese la sentenza preclude la possibilità di candidarsi a future elezioni.
La solidarietà di Salvini, Orban e di Mosca Putin
"Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali. A Parigi hanno condannato Marine Le Pen e vorrebbero escluderla dalla vita politica. Un brutto film che stiamo vedendo anche in altri Paesi", ha scritto il vicepremier italiano, Matteo Salvini, "non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia!".
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha espresso solidarietà alla leader dell'Rn scrivendo su X "Je suis Marine!".
Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha commentato il caso Le Pen scrivendo che "le norme democratiche vengono violate" in Francia.