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Petroliera inseguita dagli Usa, giallo sulla bandiera russa dipinta sullo scafo

Petroliera sequestrata dagli Stati Uniti il 10 dicembre
Petroliera sequestrata dagli Stati Uniti il 10 dicembre Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Farhad Mirmohammadsadeghi
Pubblicato il
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L'operazione della Guardia Costiera statunitense per sequestrare la petroliera Bella 1, soggetta a sanzioni, si è complicata dopo che l'equipaggio ha dipinto una bandiera russa sullo scafo, rivendicando la protezione di Mosca

I tentativi di Washington di abbordare una petroliera nell'Atlantico si sono complicati fortemente, dopo che l'equipaggio ha dipinto una bandiera russa sulla fiancata della nave. A spiegarlo sono stati, martedì 30 dicembre, alcuni funzionari statunitensi.

La Bella 1 ha eluso la Guardia Costiera statunitense per più di dieci giorni dopo aver evitato un tentativo di intercettazione nei pressi del Venezuela, il 21 dicembre. Il personale a bordo dell'imbarcazione ha infatti dipinto un tricolore russo sullo scafo, affermando che la nave opera sotto l'autorità di Mosca.

Washington aveva ottenuto un'ordinanza di un tribunale che autorizzava il sequestro della nave, sospettata di aver trasportato in passato greggio iraniano, ma ora la bandiera russa complica le cose, alla luce del diritto della navigazione.

La nave si stava avvicinando al Venezuela senza carico quando il personale della Guardia Costiera ha cercato di abbordarla. La nave ha invertito però la rotta e si è diretta verso il mare aperto. I militari statunitensi l'hanno poi seguita, mantenendosi a una distanza di circa 800 metri, mentre Washington cercava di determinarne lo status giuridico attraverso canali diplomatici.

La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare consente alle autorità di salire a bordo di navi che battono bandiere false o che operano senza registrazione valida. Se la Russia avesse registrato formalmente la Bella 1, un abbordaggio potrebbe innescare un grave incidente diplomatico.

Gli Usa avevano sottoposto a sanzioni l'imbarcazione nel 2024, sospettandola di aver trasportato petrolio per conto del gruppo libanese Hezbollah, degli Houthi yemeniti e del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane.

La nave è di proprietà della Louis Marine Shipholding Enterprises, con sede in Turchia. La maggior parte dei membri dell'equipaggio proviene dalla Russia, dall'India e dall'Ucraina, ha dichiarato un funzionario.

Destinazione dichiarata Curaçao, poi il brusco cambio di rotta

Secondo la società di analisi Kpler, il tracciamento marittimo mostra che la Bella 1 avrebbe caricato greggio iraniano sull'isola di Kharg a settembre, prima di disattivare il transponder per la localizzazione vicino allo Stretto di Hormuz.

La nave è rimasta così non rilevata per due mesi. Quando i segnali sono ripresi, è risultata vuota, il che indica che probabilmente il greggio è stato trasferito in mare su altre imbarcazioni.

La Bella 1 ha attraversato l'Atlantico all'inizio di dicembre e inizialmente ha dichiarato Curaçao come destinazione. Dopo che le forze statunitensi hanno sequestrato un'altra petroliera il 10 dicembre, la Bella 1 ha cambiato però bruscamente rotta.

Il transponder è spento dal 17 dicembre. I funzionari ritengono che possa essere diretta verso l'Islanda o la Groenlandia, sulla base della traiettoria che punta a nord-ovest.

Intato Washington sta organizzando una squadra speciale in grado di abbordare le navi con la forza, anche calandosi con corde dagli elicotteri. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che la petroliera verrà catturata: “Alla fine la prenderemo”, ha affermato parlando a dei giornalisti in Florida.

L'inseguimento segna la terza operazione di questo tipo a dicembre. Le forze della Guardia Costiera degli Stati Uniti hanno intercettato infatti con successo altre due petroliere che trasportavano greggio venezuelano, scortandole entrambe in Texas.

Petroliere e navi da traffico di droga nel mirino. Il Venezuela denuncia atti di pirateria

Washington ha dispiegato la più grande presenza militare nella regione degli ultimi decenni e ha condotto attacchi contro navi sospettate di trasportare droga nel Mar dei Caraibi e nell'Oceano Pacifico orientale.

Il 17 dicembre Trump ha ordinato poi il blocco delle petroliere soggette a sanzioni che commerciano con il Venezuela, con l'obiettivo di tagliare la principale fonte di entrate del presidente Nicolás Maduro. Ha poi dichiarato che il Paese sudamericano sarebbe “completamente circondato dalla più grande armata mai assemblata nella storia del Sud America” e ha chiesto di restituire “tutto il petrolio, la terra e gli altri beni che ci hanno rubato in passato”.

Il governo venezuelano ha definito i sequestri atti di pirateria. All'inizio di dicembre, Maduro ha parlato su Telegram di una “campagna di aggressione che va dal terrorismo psicologico agli attacchi dei corsari alle petroliere”. La vicepresidente Delcy Rodríguez ha dichiarato che Caracas avrebbe denunciato le operazioni al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La Russia ha utilizzato la propria flotta ombra di navi, che impiega strutture proprietarie opache, bandiere di comodo e pratiche di trasporto irregolari per trasportare petrolio e aggirare le sanzioni occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina all'inizio del 2022.

La flotta conta centinaia di navi spesso obsolete, ed è fondamentale per consentire alla Russia di finanziare il proprio sforzo bellico.

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