Il primo ministro slovacco, favorevole a Mosca, ha dovuto affrontare le accuse del più grande partito di opposizione del Paese secondo le quali il premier intende traghettare il Paese fuori dall'Ue. "L'opposizione prepara un golpe", ha risposto Fico
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha superato il voto di sfiducia tenutosi al Parlamento slovacco martedì su iniziativa dell'opposizione. Al centro dello scontro politico vi sono le accuse mosse a Fico di volere traghettare la Slovacchia fuori dall'Unione europea.
La mozione non ha avuto i numeri necessari a causa dell'abbandono dell'aula proprio da parte dei deputati di opposizione, in polemica contro il tentativo di tenere la seduta a porte chiuse.
Durante un dibattito prima del voto, il leader del partito Slovacchia progressista, Michal Šimečka, ha criticato la visita del primo ministro a Mosca a dicembre e ha accusato il partito populista di sinistra al governo Smer di voler portare la Slovacchia fuori dall'Unione europea.
"Vedo questa come una tale minaccia esistenziale ai nostri interessi nazionali che non abbiamo bisogno di nient'altro per dichiarare la sfiducia", ha detto Šimečka.
Fico ha recentemente commentato che la Slovacchia dovrebbe prepararsi a "tutti i possibili scenari di crisi" che l'Ue potrebbe affrontare nel breve periodo, compresa la disgregazione del blocco dei 27 membri.
"Il maggior partito di governo ammette l'uscita della Slovacchia dall'Ue come possibile obiettivo e soluzione politica", ha dichiarato Šimečka.
Timori di un superstato europeo?
L'opposizione slovacca sta preparandosi a un "golpe di Maidan", ha dichiarato il premier slovacco, citando fonti dei propri servizi segreti, "non posso fare nomi, non posso fare riferimenti alle circostanze, ma posso dire con tutta serietà che l'opposizione slovacca si sta preparando a occupare gli edifici governativi, si opporrà al lavoro del governo, coopererà con le forze straniere" ha detto Fico in conferenza stampa congiunta a Bratislava con il Primo Ministro ungherese Viktor Orban.
Fico ha criticato la Nato e l'Unione europea, suggerendo che Bruxelles dovrebbe estendere il suo sistema di voto a maggioranza per coprire più aree e limitare il potere di veto nazionale.
"Cosa succederebbe se un gruppo di tre-quattro grandi Paesi venisse a dire, signore e signori, o ci sarà un superstato in cui perderete tutta la vostra sovranità nazionale o andrete per la vostra strada? - ha detto Fico - Stiamo parlando di uno sviluppo che può avvenire molto rapidamente".
Negli ultimi mesi Fico ha anche intensificato la retorica anti-ucraina, a seguito di una disputa sul gas dopo che il Paese, devastato dalla guerra, si è rifiutato di rinnovare un contratto con Mosca che ne consentiva il passaggio attraverso l'Ucraina verso i Paesi europei confinanti.
Le minacce all'Ucraina
Il primo ministro ha minacciato di limitare le forniture di elettricità e gli aiuti ai rifugiati ucraini e ha lasciato intendere che sarebbe pronto a bloccare le azioni di aiuto all'Ucraina a livello di Ue.
Fico ha compiuto il raro passo per un leader europeo di visitare il Presidente russo Vladimir Putin poco prima di Natale, in quella che ha dichiarato essere una reazione alla mossa dell'Ucraina di bloccare le forniture di gas russo.
Fico è tornato al potere l'anno scorso dopo che il suo partito Smer ha vinto le elezioni parlamentari su una piattaforma populista, che prevedeva anche la cessazione di tutti gli aiuti all'Ucraina che continua a difendersi dall'invasione totale della Russia, ormai giunta al terzo anno.
Durante il suo mandato, ha giurato di bloccare l'adesione di Kiev alla Nato e ha criticato le sanzioni dell'Ue contro la Russia.