Gli elettori devono scegliere tra l'attuale presidente Maia Sandu, filo-europea, e lo sfidante Alexandr Stoianoglo, favorevole a legami più stretti con Mosca
Si sono aperte alle 7 di domenica le urne in Moldova per il secondo turno delle elezioni presidenziali, che vedono il ballottaggio tra la presidente in carica, Maia Sandu, e lo sfidante Alexandr Stoianoglo.
Alle 10 ora locale (9 italiane) si sono recati alle urne oltre 288 mila cittadini, circa il 10,47 per cento degli aventi diritto, secondo quanto riportano media locali.
L'affluenza alle urne al primo turno del 20 ottobre si è attestata al 51,4 per cento, dando alla presidente filo-Ue Sandu quasi il 42 per cento dei voti, mentre l'ex procuratore generale Alexandr Stoianoglo, esponente del Partito socialista moldavo su posizioni vicine alla Russia, ha ottenuto circa il 26 per cento.
Poiché nessun candidato ha ottenuto più del 50 per cento più uno dei voti necessari per la vittoria assoluta, i moldavi tornano alle urne in un'elezione ampiamente considerata come un barometro per capire se il Paese si avvicinerà alla Russia o guarderà verso l'Occidente.
In concomitanza con il primo turno delle elezioni presidenziali, il Paese ha tenuto anche un referendum per decidere se scrivere l'obiettivo dell'adesione all'Ue nella Costituzione. Il referendum è passato con una maggioranza risicata del 50,35 per cento, rafforzata nelle ultime ore dello spoglio dal voto estero.
Tuttavia, questo risultato è stato oscurato dalle accuse di un sistema di compravendita di voti sostenuto da Mosca. Dopo le due votazioni di ottobre, le autorità moldave hanno riferito che uno schema di compravendita di voti era stato orchestrato da Ilan Shor, un oligarca in esilio che vive in Russia.
Shor è stato condannato in contumacia nel 2023 per frode e riciclaggio di denaro. I pubblici ministeri sostengono che circa 35,8 milioni di euro sono stati versati a oltre 130.000 elettori attraverso una banca russa sottoposta a sanzioni internazionali tra settembre e ottobre.
Candidato a presidente Ticu: voto non democratico nè equo in Moldova
Shor ha negato qualsiasi illecito. "Queste persone che si recano a Mosca, il cosiddetto governo in esilio di Ilan Shor, che arrivano con ingenti somme di denaro, sono lasciate libere di vagare", ha dichiarato Octavian Ticu, un candidato alla corsa presidenziale considerato un outsider.
Ticu ha dichiarato che era chiaro che il processo di voto non sarebbe stato né equo né democratico ed è stato l'unico candidato del primo turno a sostenere Sandu nel ballottaggio.
Gli sforzi anticorruzione hanno portato a significativi sequestri di contanti e a indagini sulla corruzione elettorale che hanno coinvolto diversi dipendenti statali. Entrambe le votazioni hanno rivelato gravi difetti nel sistema giudiziario moldavo e hanno sollevato dubbi tra le fazioni pro-Mosca sulla legittimità elettorale.
Gli elettori della regione separatista della Transnistria, che ha una forte presenza militare russa, possono votare in Moldova. Ticu ha avvertito che se le truppe russe si spostano nella città portuale di Odessa, ciò potrebbe portare all'occupazione della Moldova.
In Gagauzia, dove il sostegno dell'Ue è basso, un medico è stato arrestato per aver presumibilmente costretto gli anziani residenti a votare per un candidato specifico, mentre la polizia ha scoperto prove finanziarie legate a una banca russa sottoposta a sanzioni.
Sandu, che viene dal Partito di Azione e Solidarietà, ha riconosciuto che le elezioni sono state inficiate da frodi e interferenze straniere, avvertendo che senza riforme giudiziarie il futuro della Moldova potrebbe essere compromesso.
Essendo una delle nazioni più povere d'Europa con un'inflazione elevata, gli esperti notano che molti moldavi potrebbero soccombere alla corruzione elettorale per piccole somme. Gli osservatori avvertono che Mosca potrebbe concentrare i suoi sforzi sulle prossime elezioni parlamentari moldave del 2025.