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Referendum sulla Moldova nell'Ue, la presidente Sandu: risultato alterato dall'acquisto di voti per il "no"

Il presidente moldavo Maia Sandu si allontana dopo aver pronunciato un discorso durante un briefing con la stampa dopo la chiusura delle urne a Chisinau, 20 ottobre 2024
Il presidente moldavo Maia Sandu si allontana dopo aver pronunciato un discorso durante un briefing con la stampa dopo la chiusura delle urne a Chisinau, 20 ottobre 2024 Diritti d'autore  AP Photo/Vadim Ghirda
Diritti d'autore AP Photo/Vadim Ghirda
Di Vincenzo Genovese
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Maia Sandu ha denunciato un "attacco alla democrazia e alla libertà", affermando che gruppi criminali hanno comprato il "no" di 130mila cittadini moldavi prima del referendum costituzionale di domenica per boicottare il percordo di adesione all'Ue del Paese

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La presidente moldava Maia Sandu ha denunciato un "attacco alla democrazia e alla libertà", affermando che gruppi criminali hanno comprato i voti per il "no" dei cittadini moldavi prima del referendum costituzionale per l'adesione all'Ue di domenica.

Sandu sostiene che "entità criminali" avevano l'obiettivo di comprare 300mila voti e che "le istituzioni statali hanno documentato che 150mila persone sono state pagate per votare no", con il sistema giudiziario che non ha fatto abbastanza per prevenire il furto di voti e la corruzione.

La leader moldava ha indicato l'acquisto di voti come la ragione principale del risultato del referendum: nonostante la vittoria formale, il risultato è piuttosto deludente per il campo pro-Ue, poiché meno del 51 per cento dei cittadini ha votato per sancire l'adesione all'Ue nella costituzione moldava. Alla fine dello spoglio, il "sì" ha superato il "no" con soli 14mila voti di differenza.

"Ci sono persone che non capiscono davvero cosa sia l'Ue e cosa porterà alla Moldova. E poi ci sono persone che hanno semplicemente venduto il loro voto", ha detto Sandu durante un'affollata conferenza stampa a Chișinău lunedì. "In ogni democrazia è normale che ci siano persone che hanno opinioni diverse. Ciò che non è normale è una situazione in cui gruppi criminali corrompono gli elettori".

Sandu, che non ha puntato il dito contro nessun attore in particolare, ha parlato solo di "interferenze sporche" che cercano di bloccare il cammino del Paese verso l'adesione all'Ue.

Nonostante le sue affermazioni, fonti del governo moldavo hanno dichiarato a Euronews che la presidenza non è in grado di trovare prove di corruzione elettorale, ma deve fare affidamento sui servizi di polizia e su altre istituzioni.

Al momento sono in corso indagini sulla rete dell'oligarca moldavo Ilan Shor, condannato e latitante, che è sotto sanzioni dell'Ue per tentativi di destabilizzazione della Moldova.

"Le persone affiliate all'organizzazione criminale guidata da Shor sono state incaricate di reclutare persone per partecipare al voto elettorale in cambio di somme di denaro", si legge nel comunicato stampa della polizia moldava del 3 ottobre. Gli elettori - riporta ancora l'autorità moldava - sarebbero stati avvisati alla vigilia delle elezioni attraverso gruppi su Telegram riguardo al candidato da votare, nonché di votare "no" al referendum.

Un'interferenza senza precedenti

La missione internazionale di osservazione elettorale dell'Osce non ha riportato alcuna prova di furto di voti e corruzione ai seggi. Le sue conclusioni preliminari, tuttavia, sottolineano varie forme di interferenza manipolativa per destabilizzare il Paese, come il finanziamento illecito di attori politici, campagne di disinformazione e attacchi informatici.

Michael Gahler, eurodeputato tedesco del Ppe e membro della missione, ritiene che "il risultato del referendum si spiega solo con questa massiccia interferenza", puntando il dito contro la Russia.

"Non siamo un organo investigativo. Ma ciò che è di dominio pubblico, e ammesso da queste strutture, deve essere dato per assodato, credo. E ci sono state anche molte dichiarazioni di semplici cittadini che hanno detto: 'Beh, soldi facili per i poveri? È una cosa che accetto", ha dichiarato Gahler in un'intervista a Euronews.

La Commissione europea ha inoltre dichiarato di aver assistito a "interferenze senza precedenti" da parte della Russia in Moldova.

Per Thijs Reuten, un eurodeputato olandese che ha fatto parte della missione dell'Ocse, questo tipo di interferenza di solito non avviene al seggio elettorale il giorno delle elezioni, e può essere esercitata in modi diversi.

"Nelle settimane e nei mesi precedenti alle elezioni un'indagine ha portato alla luce ingenti somme di denaro che venivano trasferite, legalmente, ogni giorno e in molte occasioni dalla Russia alla Moldova", ha dichiarato Reuten.

Al di là di queste interferenze, rilevanti ma comunque legittime, potrebbe esserci spazio per il sistema di compravendita dei voti.

"Alcuni giornalisti sono andati sotto copertura nelle reti che distribuivano denaro agli elettori per esercitare il loro voto o cambiare il loro voto su richiesta degli attori russi e dei loro alleati", ha detto Reuten a Euronews. Un video della Bbc sostiene di mostrare cittadini moldavi provenienti dalla regione separatista della Transnistria, amica di Mosca, che hanno venduto il loro voto.

"Penso che Maia Sandu abbia ragione ad essere preoccupata - ha detto Reuten - perché circolano voci che potrebbero essere coinvolte nell'acquisto di voti 300mila persone". "Anche se fossero solo la metà, solo 150mila persone contattate e pagate in cambio del loro voto, allora si arriva a un decimo del totale dei voti espressi. Ed è molto".

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