Secondo il presidente russo, le élite occidentali hanno messo sanzioni nel settore energetico, in quanto non possono far fronte alla concorrenza dei Paesi emergenti
Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato i Paesi occidentali di concorrenza sleale negli ambiti delle tecnologie e dei servizi energetici. Parlando alla Settimana dell'energia russa a Mosca, Putin ha affermato che le sanzioni occidentali sono motivate dalla paura di non poper competere con i Paesi in via di sviluppo.
"Le élite occidentali stanno bloccando l'accesso alle tecnologie nel settore energetico ai Paesi indesiderati, in quanto non possono far fronte alla concorrenza - ha detto - la Russia rimane in ogni caso uno dei principali player nel mercato energetico globale, nonostante le difficolta".
La Russia esporta ai Paesi amici
Il presidente ha precisato che il 90 per cento delle esportazioni energetiche della Russia vengono inviate ai "Paesi amici". Putin ha poi spiegato che, in precedenza, la quota della regione Asia-Pacifico nelle esportazioni di energia russa era pari al circa 39 per cento. Alla fine dello scorso anno invece la quota aveva già superato il 60 per cento e il volume fisico delle esportazioni rimane praticamente ai livelli del 2020, a parte il gas naturale.
"Le consegne attraverso il gasdotto Power of Siberia stanno aumentando e le esportazioni di gas naturale liquefatto continuano a crescere", ha detto ancora Putin, aggiungendo che la Russia continuerà a sviluppare le sue tecnologie nel campo del gas naturale liquefatto (Gnl).
Il leader russo ha anche evidenziato che la Russia sta adempiendo ai suoi obblighi di fornire risorse energetiche al mercato mondiale. "La Russia è pronta a rafforzare la sovranità tecnologica dei suoi partner nel settore energetico, formando catene scientifiche e produttive", ha concluso.