NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Portogallo, gli agenti penitenziari lamentano lo stato delle carceri

Image
Image Diritti d'autore Francisco Seco/AP2011
Diritti d'autore Francisco Seco/AP2011
Di Joana Mourão Carvalho
Pubblicato il
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in portoghese

Frederico Morais, presidente del sindacato nazionale degli agenti penitenziari, denuncia la mancanza di sicurezza nelle carceri portoghesi a causa della carenza di personale. La ministra della Giustizia ha chiesto verifiche urgenti del sistema di gestione dopo l'evasione di cinque detenuti

PUBBLICITÀ

Dopo l'evasione di cinque detenuti dal carcere di Vale dos Judeus, la ministra della Giustizia ha annunciato verifiche urgenti dei sistemi di sicurezza e di gestione delle 49 carceri del Paese. Audit che, per gli agenti penitenziari, arriva troppo tardi.

"Se il governo precedente ci avesse ascoltato, avremmo affrontato questo problema in anticipo. Sappiamo che non c'è sicurezza nelle carceri portoghesi, in nessuna struttura", ha dichiarato a Euronews Frederico Morais, presidente del sindacato della polizia penitenziaria.

Una delle lacune di sicurezza risulta dalla dismissione delle torri di guardia, sostituite da un sistema di videosorveglianza a causa della mancanza di personale. Da queste torri gli agenti non solo sorvegliavano i detenuti, ma potevano rilevare anche qualsiasi movimento sospetto all'esterno del carcere.

"Il perimetro del carcere deve essere assicurato da risorse umane, non si può tornare indietro. Gli esseri umani devono essere fisicamente presenti per controllare. A livello nazionale le torri sono state quasi tutte dismesse perché non c'erano abbastanza agenti all'interno delle carceri. Dove li sono andati a prendere? Dalle torri, le hanno dismesse e hanno messo gli agenti all'interno del carcere", spiega il sindacalista.

Non solo mancanza di sicurezza

Oltre alla mancanza di risorse, gli agenti penitenziari lamentano l'assegnazione di compiti e responsabilità per le quali non hanno alcuna formazione, in particolare per quanto riguarda il reinserimento sociale dei detenuti.

"Non ci sono guardie, non ci sono veicoli, le infrastrutture sono fatiscenti, il sistema carcerario è obsoleto. Continuiamo a dire che non possiamo essere l'unico Paese in Europa a combinare la pena con il reinserimento. Non possiamo combinare una forza di sicurezza con il reinserimento: noi siamo agenti penitenziari, il nostro compito è garantire la sicurezza delle carceri e non reintegrare i detenuti nella società", afferma Frederico Morais.

A questo problema si aggiunge il sovraffollamento delle carceri. I dati del 2023 mostrano che l'occupazione supera il 90 per cento ed è già considerata ad alto rischio. Ci sono 24 carceri che superano il limite. Tra queste quella di Porto, che con una capacità di 675 persone lo scorso anno ha ospitato 872 detenuti.

Solo nel 2023 sono evasi nove detenuti. Non ci sono ancora dati sul numero di evasioni nel 2024, ma almeno cinque saranno incluse nel prossimo rapporto della Direzione generale per il reinserimento e i servizi penitenziari, a causa dell'evasione avvenuta la mattina del 7 settembre nel carcere Vale de Judeus di Alcoentre.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Italia, “decreto carceri”: per Antigone "non servirà a risovere sovraffolamento e suicidi"

Carceri: sovraffollamento al 130 per cento e 58 suicidi da inizio anno, la denuncia di Antigone

Francia, giornata di sciopero nelle carceri dopo l'attacco letale al furgone penitenziario