NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Schengen: l'immigrazione irregolare mette in crisi la libera circolazione

Lo Spazio Schengen ha abolito i controlli alle frontiere interne. Ma gli ostacoli restano
Lo Spazio Schengen ha abolito i controlli alle frontiere interne. Ma gli ostacoli restano Diritti d'autore European Union, 2011.
Diritti d'autore European Union, 2011.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

I recenti eventi in Germania e Ungheria legati all'immigrazione irregolare hanno gettato seri dubbi sul futuro dell'area Schengen

PUBBLICITÀ

Lo spazio Schengen è in crisi. L'arrivo massiccio dei richiedenti asilo nel 2015 ha ribaltato l'agenda politica europea e ha portato la migrazione in primo piano. I governi hanno iniziato a dare priorità a misure a breve termine per placare un elettorato furioso.

Austria, Ungheria, Slovenia, Svezia e Danimarca sono stati tra i Paesi a usare le migrazioni come motivo per reintrodurre controlli temporanei alle loro frontiere, mandando in frantumi l'illusione che Schengen fosse intoccabile.

Oltre alla crisi migratoria, anche la pandemia da Covid ha compromesso stabilità dell'area con la chiusura delle frontiere nel tentativo di contenere la diffusione del virus.

Fino a oggi l'area Schengen, che consente a oltre 400 milioni di persone di circolare liberamente tra i Paesi membri senza sottoporsi ai controlli di frontiera, era considerata una delle conquiste più tangibili dell'integrazione europea.

Le richieste di asilo in Ue hanno raggiunto 1,12 milioni nel 2023, la cifra più alta dal 2016. Le autorità locali europee hanno lamentato il sovraccarico dei centri di accoglienza. L'idea portata avanti dai partiti di destra di delocalizzare le procedure di asilo verso Paesi terzi è diventata realtà.

È in questo contesto che la città tedesca di Solingen è stata teatro di un attacco rivendicato dall'Isis perpetrato da un cittadino siriano la cui domanda di asilo era stata precedentemente respinta con l'ordine di ritornare in Bulgaria, primo Paese d'ingresso dell'Ue.

La mancata espulsione dell'attentatore ha immediatamente riacceso il dibattito sulla migrazione. "Vogliamo ridurre ulteriormente l'immigrazione irregolare", ha dichiarato Nancy Faeser, ministro dell'Interno tedesco. "Stiamo adottando misure che vanno oltre le misure globali attualmente in vigore".

L'attentato di Solingen, in Germania, ha dato vita a un dibattito molto acceso sull'immigrazione irregolare
L'attentato di Solingen, in Germania, ha dato vita a un dibattito molto acceso sull'immigrazione irregolareThomas Banneyer/(c) Copyright 2024, dpa (www.dpa.de). Alle Rechte vorbehalten

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che l'annuncio è "inaccettabile", mentre l'Austria ha dichiarato che non avrebbe accettato i migranti respinti dalla Germania.

La Commissione europea cerca di evitare lo scontro con Berlino e si è limitata a un approccio diplomatico ricordando la possibilità per i Paesi membri di attuare "controlli alle frontiere interne per gestire gravi minacce"

Ad aggravare la situazione, la minaccia dell'Ungheria di trasportare gli immigrati irregolari in Belgio come ritorsione per una multa di 200 milioni di euro imposta dalla Corte di giustizia europea e l'estensione ai russi e bielorussi del sistema di carte nazionali ungheresi.

Dall'eccezionalità al luogo comune

I controlli alle frontiere interne sono, per loro natura, contrari allo spirito di Schengen. Questa logica è stata messa pubblicamente in discussione da diversi Stati membri, come l'Austria e l'Ungheria, che sostengono che l'Ue non è riuscita a prendersi cura delle sue frontiere esterne e, di conseguenza, è diventata incapace di gestire la migrazione irregolare.

I registri della Commissione mostrano che dal 2006 gli Stati membri hanno presentato 441 notifiche per il ripristino dei controlli alle frontiere. Solo 35 di esse sono state presentate prima del 2015. Attualmente otto Paesi Schengen, tra cui la Germania, dispongono di controlli.

In un rapporto pubblicato ad aprile, la Commissione ha invitato i Paesi a eliminare gradualmente i controlli temporanei "verso una gestione congiunta più sostenibile delle sfide comuni". Ma Stati membri sono tradizionalmente riluttanti ad ascoltare l'appello della Commissione in questioni di competenza nazionale.

Nel 2022, la Corte di giustizia europea ha stabilito che l'Austria aveva esteso illegalmente i controlli con Ungheria e Slovenia. Ciononostante, il Paese continua ad applicare tali restrizioni.

I Paesi che aderiscono a Schengen hanno diritto di introdurre controlli temporanei alle proprie frontiere interne
I Paesi che aderiscono a Schengen hanno diritto di introdurre controlli temporanei alle proprie frontiere interneArmin Durgut/Armin Durgut

L'efficacia dei controlli nel contenere l'immigrazione irregolare è stata messa in discussione.

PUBBLICITÀ

"I controlli sono spesso casuali e poco invasivi, e credo che vengano mantenuti anche a scopo simbolico: mostrare ai cittadini, agli altri Paesi dell'Ue e ai potenziali migranti che in Europa c'è una situazione eccezionale che il governo sta affrontando", ha dichiarato a Euronews Saila Heinikoski, ricercatrice senior presso l'Istituto finlandese per gli affari internazionali.

All'inizio di quest'anno gli Stati membri hanno dato l'approvazione a una riforma del Codice delle frontiere Schengen che ha ampliato il limite legale dei controlli da sei mesi a due anni, limite prorogabile due volte per altri sei mesi se un dato Paese sostiene che la minaccia alla sicurezza persiste.

Nel documento i Paesi sono incoraggiati, ma non obbligati, a ricorrere a "misure alternative" prima di optare per i controlli alle frontiere. La decisione della Germania, presa dopo l'entrata in vigore della revisione, dimostra che l'appetito per queste "misure alternative" rimane basso.

"Non dobbiamo dimenticare che Schengen è nato da un accordo intergovernativo e che la sua storia è intimamente legata a quella del sistema di asilo dell'Ue, ed è quindi incentrata su una logica di controlli di frontiera orientati alla sicurezza", ha dichiarato Alberto-Horst Neidhardt, senior policy analysis presso l'European Policy Centre.

PUBBLICITÀ

"Schengen non è in punto di morte", ha aggiunto. "Ma gli eventi recenti dimostrano anche che l'idea che le riforme introdotte di recente potessero preservare l'area senza confini in quanto tale era un'illusione. Il futuro di Schengen continuerà probabilmente a essere caratterizzato da un alto grado di malessere e incertezza".

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Germania: rafforzati i controlli alle frontiere contro migranti irregolari, sospeso accordo Schengen

Le otto maggiori sorprese della nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen

Dopo le dimissioni di Breton Ursula von der Leyen stringe la sua presa sul potere