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Il report sullo stato globale della democrazia: in Europa è sempre più fragile

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Image Diritti d'autore Sophie Garcia/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Sophie Garcia/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
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Minacce interne ed esterne accrescono la polarizzazione della cittadinanza, indebolendo la tenuta democratica dei Paesi europei, dice l'Istituto internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale. Nel resto del mondo non va tanto meglio

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È sotto gli occhi di tutti. Da molti anni ormai, fra la cittadinanza, vi è un calo di interesse e partecipazione alla vita democratica. Questa tendenza è confermata anche dal Rapporto sullo stato globale della democrazia pubblicato dall'Istituto internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale (International idea).

Come riferisce Sam van der Staak, direttore del Programma per la regione Europa di International idea, uno dei problemi principali a livello europeo è la crescente polarizzazione della politica.

Nonostante Paesi come Spagna, Grecia, Portogallo e Regno Unito siano ancora democrazie funzionanti e tutto sommato in salute, "si vede che in alcune parti del sistema le cose si stanno incrinando. E questo spesso è dovuto alla politica che sta facendo molta pressione sul funzionamento della democrazia. C'è più polarizzazione. C'è più pressione da parte dei partiti politici per dire che le cose devono cambiare", dichiara van der Staak.

Le pressioni sulla democrazia non starebbero arrivando soltanto dall'interno, afferma van der Staak, ma anche da attori esterni, come la Russia. Mosca e altre potenze autoritarie starebbero cercando di sfruttare a proprio vantaggio la debolezza dei nostri sistemi democratici, esacerbando il malcontento diffuso tra la popolazione.

"C'è quindi una pressione dall'esterno, attraverso la disinformazione, gli attacchi informatici contro le elezioni, i finanziamenti stranieri, di cui l'Europa si sta adesso rendendo conto", commenta van der Staak.

A livello globale i dati che si registrano non dipingono un quadro più roseo. Il rapporto evidenzia come ci sia circa un 10 per cento di elettori in meno rispetto a 15 anni fa, mentre negli ultimi anni vi è stato un 20 per cento di elezioni in cui il candidato perdente non ha accettato gli esiti del voto.

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