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Scambio di prigionieri Russia-Occidente: in 26 pronti a partire da Ankara, c'è il reporter del Wsj

Evan Gershkovich
Evan Gershkovich Diritti d'autore AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Completato ad Ankara, in Turchia, uno scambio di prigionieri tra la Russia e l'Occidente. Tra le 26 persone coinvolte, il reporter del Wsj Evan Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan e il dissidente Vladimir Kara-Murza

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Ventisei è il numero di prigionieri protagonisti del più grande scambio tra Russia e Paesi occidentali dalla fine della Guerra Fredda. Tra loro Evan Gershkovich, il reporter del Wall Street Journal, l'ex marine statunitense Paul Whelan e il dissidente russo Vladimir Kara-Murza. Lo hanno riferito fonti informate ai media turchi. L'operazione, mediata dai servizi segreti turchi, si è svolta nell'aeroporto di Ankara.

I servizi di Ankara hanno spiegato che sono state "completate le procedure di ratifica (dello scambio) tra le parti, i controlli sanitari dei prigionieri e l'adempimento di altre necessità richieste".

Lo scambio di prigionieri all'aeroporto di Ankara "coinvolge 26 persone dalle carceri di sette diversi Paesi: Usa, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia", ha riferito la presidenza della Repubblica turca. "I prigionieri sono stati trasportati in Turchia con sette aerei in totale, di cui due dagli Stati uniti e uno ciascuno da Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Russia. Dieci prigionieri, di cui due minorenni, sono stati trasferiti in Russia, 13 prigionieri in Germania e 3 prigionieri negli Usa".

Tra i cittadini russi che saranno rimpatriati c'è Vadim Krasikov, condannato all'ergastolo per un omicidio del 2019 e detenuto in Germania.

Nella lista ci sarebbe anche la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva, lo scrive l'agenzia russa Tass citando a sua volta il canale tv Cbs.

L'ex militare statunitense Paul Whelan, arrestato a Mosca, 22 gennaio 2019
L'ex militare statunitense Paul Whelan, arrestato a Mosca, 22 gennaio 2019Pavel Golovkin/Copyright 2019 The AP. All rights reserved

Cremlino: "I nemici restino all'estero"

Secondo quanto riferisce l'agenzia russa Tass, il Cremlino ha firmato i decreti di grazia per i prigionieri di ritorno in Russia. Mentre ha affermato di sperare che coloro che hanno lasciato le carceri russe, descritti come "nemici", restino lontani.

Queste le parole del portavoce del Cremlino Dmitriy Peskov riportate dalla Tass: "Credo che tutti i nostri nemici debbano rimanere lì e che tutti coloro che non sono nostri nemici debbano tornare. Questo è il mio punto di vista".

Biden: "Impresa diplomatica. Perché Trump non lo ha fatto?"

"Oggi 3 cittadini statunitensi e un titolare di green card ingiustamente imprigionati in Russia stanno finalmente tornando a casa: Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza. L'accordo che ha garantito la loro libertà è stato un'impresa diplomatica", ha affermato su X il presidente Usa Joe Biden. Nel post ha anche ringraziato Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia per le "difficili e complesse negoziazioni", sottolineando l'importanza di avere amici "di cui ci si può fidare e su cui contare".

Rispondendo alla domanda di un cronista, che gli aveva chiesto cosa avrebbe detto all'ex presidente Donald Trump, il quale ha sostenuto che avrebbe potuto negoziare il rilascio dei prigionieri senza fare alcuna concessione, ha affermato: "Perché non lo ha fatto quando era presidente?".

Su X è intervenuta anche la vice presidente Usa Kamala Harris che ha definito ll'accordo "la fine di un Calvario".

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha confermato che si tratta del più grande scambio di prigionieri dalla Guerra Fredda. "Dai tempi della Guerra Fredda non c'è mai stato un numero simile di individui scambiati in questo modo" ha detto Sullivan, aggiungendo che "il presidente Joe Biden ha riunito le famiglie di Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimor Kara-Murza alla Casa Bianca per comunicare la notizia che i loro cari stavano tornando a casa".

Dopo la notizia dello scambio di prigionieri, è arrivato anche il commento del Wall Street Journal. "Oggi è un giorno di gioia per il ritorno del nostro collega Evan Gershkovich. Siamo grati al presidente Biden e alla sua amministrazione per aver lavorato con determinazione per portare Evan a casa". ha detto la direttrice del quotidiano statunitense Emma Tucker, che ha ringraziato in particolare il governo tedesco per al riuscita dell'operazione.

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