Roberto Salis, il padre di Ilaria, è intervenuto al Parlamento europeo di Strasburgo spiegando le ragioni della candidatura della figlia alle elezioni
Ilaria Salis, attualmente in carcere in Ungheria con l’accusa di aver partecipato all'aggressione di militanti neonazisti, è infatti candidata nella circoscrizione Nord-Ovest per la lista Alleanza Verdi/Sinistra (Avs).
Salis libera con l'immunità parlamentare
Suo padre Roberto è intervenuto proprio al Parlamento di Strasburgo, in una conferenza stampa con due deputati dei gruppi Verdi/Alleanza libera per l'Europa e La Sinistra, le famiglie politiche a cui appartengono i due partiti di Avs (Europa Verde e Sinistra italiana) e a cui quindi apparterrà anche Salis se dovesse essere eletta.
"Era abbastanza motivata, contenta di aver fatto questa scelta. Per mia figlia le elezioni rappresentano un'ulteriore opportunità per risolvere il suo dramma", le parole del padre, che ha parlato con la figlia qualche giorno fa, e ha specificato di non essersi recato a Strasburgo per fare campagna elettorale, ma per difendere i diritti della figlia.
La decisione di candidarsi Avs è stata dettata da “ragioni che riguardano la coerenza col percorso politico di Ilaria“, ha spiegato il padre, rispondendo a una domanda su una possibile candidatura con il Partito democratico, di cui si vociferava in precedenza.
La strada per l'elezione, comunque, sembra in salita, visto che non potrà fare campagna elettorale e che dispone solo di un'ora di colloquio con l'esterno al mese.
“È chiusa dentro una cella 23 ore al giorno con un'ora d'aria e 70 minuti di comunicazioni alla settimana. Ovviamente non non ha possibilità di portare avanti la propria candidatura come si deve”, spiega il padre.
Un’eventuale elezione dovrebbe garantire a Salis l'immunità parlamentare per poter presenziare alla prima sessione plenaria del nuovo Parlamento il 16 luglio, come spiega una fonte dell'Eurocamera a Euronews. Poi la magistratura ungherese potrebbe chiedere di sospendere l'immunità, richiesta da sottoporre al voto dell'aula.
L'immunità, comunque, non è l'obiettivo finale della candidatura. “Mia figlia sta cercando di avere un processo giusto”, ha detto Roberto Salis. “La candidatura consentirebbe di ottenere l'immunità. Poi se si attiva la procedura per un processo giusto, mia figlia ovviamente non scappa dal processo e vuole dimostrare la propria innocenza, come ha sempre detto“.
Nemmeno un'eventuale condanna definitiva (Ilaria Salis al momento rischia fino a 24 anni di carcere) la priverebbe del seggio (virtuale) a Strasburgo, a meno che essa non comprenda anche un'interdizione dai pubblici uffici. Il greco Ioannis Lagos, uno dei fondatori del partito neonazista Alba Dorata resta infatti eurodeputato, con tutto il diritto di porre interrogazioni parlamentari pur scontando una pena di 13 anni nel suo Paese per aver partecipato all'organizzazione di diverse aggressioni.
La risposta ungherese: condizioni adeguate
Il caso Salis ha assunto rilevanza internazionale dopo le immagini trasmesse dal Tg3 in cui Salis era comparsa davanti ai giudici a Budapest a inizio febbraio con manette ai polsi e ai piedi e tenuta al guinzaglio, e per le denunce di condizioni inadeguate nella sua cella.
Ma l’eurodeputata ungherese Enikő Győri del partito al potere, Fidesz, contesta fermamente queste accuse, snocciolando i dettagli della sistemazione carceraria di Salis.
“La cella dove è detenuta dispone di quattro letti a castello, un lavandino una televisione a schermo piatto. Ogni mese Si presta particolare attenzione alla prevenzione delle infestazioni di insetti e roditori e all'eliminazione di quelli eventualmente presenti. Vengono forniti tre pasti al giorno nel rigoroso rispetto delle norme. Ha chiesto e ottenuto un'alimentazione vegetariana”.
Secondo l'europarlamentare, che cita un'indagine dell'autorità ungherese competente, la comunità carceraria non si è lamentata delle condizioni del carcere dove Salis resta imprigionata e la salute dei detenuti è costantemente monitorata.
Nella stessa giornata della visita di Roberto Salis, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non legislativa in cui deplora "la violazione persistente, sistematica e deliberata della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, di cui il governo ungherese è responsabile". Hanno votato a favore tutti gli eurodeputati italiani, tranne quelli di Lega e Fratelli d'Italia.