Da acclarare anche il futuro ruolo dell'Italia nella risposta all'invasione russa: l'approfondimento di Euronews, che ha sentito il parere di Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali
L'uscita di Mario Draghi dal governo italiano sta sollevando non pochi interrogativi in seno all'Unione europea.
Non è stato solo l'uomo che ha salvato l'Euro con il suo famoso "whatever it takes" (qualunque cosa serva) durante il suo mandato di presidente della Banca centrale europea,
Come primo ministro italiano, Draghi si è rivelato essere una personalità rassicurante nei negoziati europei, in coincidenza delle ultime turbolenze, non ultime Covid e carenza di energia elettrica.
Ora, due domande nascono spontanee: anzitutto, cosa accadrà all'aconomia italiana in relazione al recovery fund?
"Il prossimo governo - dice Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali di Roma - sarà in grado di mettere in atto il tipo di riforme che l'Italia deve continuare a perseguire per continuare a ricevere denaro dal recovery fund? Grande punto interrogativo.
L'Italia avrà un governo in grado di negoziare accordi su questioni, come i tagli ai prezzi dell'energia? E il governo rassicurerà sufficientemente i mercati, in modo da consentire che qualsiasi cosa venga decisa dalla Banca centrale europea in termini di anti-frammentazione? Questo è un altro grande dilemma".
La seconda domanda riguarda il ruolo dell'Italia nella risposta all'invasione russa.
Sotto la guida di Draghi, Roma si è chiaramente schierata a favore delle sanzioni contro Mosca, e la spedizione di armi in Ucraina è stata uno dei fattori della crisi politica.
"Non credo che dovremmo drammatizzare troppo le cose - aggiunge la nostra interlocutrice - e lo dico perché penso che i partiti che hanno effettivamente causato la caduta del governo siano tre, due dei quali, Movimento Cinque Stelle e Lega, hanno legami molto stretti con il Cremlino.
Ma questi sono i partiti che in realtà non andranno molto bene alle prossime elezioni, quindi penso che, anche nell'eventualità di quello che probabilmente sarà un governo di Destra, non significherà necessariamente che l'Italia metta in discussione la sua posizione europea e quella euro-atlantica".
Con l'inflazione alle stelle ed il rischio di penuria di energia all'orizzonte, valga anche il dato che vede comunque l'Italia terza economia dell'Unione europea.