Tra Francia e Parlamento europeo, a proposito di presidenze...

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Diritti d'autore GONZALO FUENTES/AFP
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Roberta Metsola terza donna tra i 32 predecessori nella storia dell'istituzione, Macron inaugura il semestre di presidenza transalpina dell'Unione

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Questa settimana il Parlamento europeo ha eletto il suo nuovo presidente.

È la terza donna tra i 32 predecessori nella storia dell'istituzione: Roberta Metsola, 43 anni, conservatrice di Malta, sarà al timone per i prossimi due anni e mezzo.

È stata fortemente criticata in passato da molti dei suoi colleghi per aver votato contro le risoluzioni del Parlamento europeo in difesa del diritto all'aborto.

Tuttavia, la presidente afferma che rappresenterà il punto di vista del Parlamento europeo sui diritti riproduttivi, non quello personale.

"Sotto la mia guida  - dice ROBERTA METSOLA - la posizione del Parlamento sarà la mia posizione: per esempio, quando ho presentato la legge sull'aborto al Senato polacco, ho espresso e sostenuto la posizione del Parlamento.

Questo è esattamente ciò che farò durante tutto il mio mandato su questo tema, la posizione del Parlamento è inequivocabile ed è anche la mia posizione".

Malta e Francia

Malta è l'unico Stato membro dell'Unione europea a vietare totalmente l'aborto.

In Polonia, l'anno scorso sono scoppiate massicce proteste, dopo che la Corte Costituzionale aveva inasprito le già severe normative in vigore.

Emmanuel Macron, che ha sostenuto Roberta Metsola come nuova presidente del Parlamento, a Strasburgo ha chiesto modifiche alla Carta europea dei diritti dell'uomo, per includere il riconoscimento del diritto all'aborto.

Macron ha esposto ai deputati le priorità del semestre di presidenza francese dell'Unione.

Nonostante un acceso dibattito, quando sembrava di stare in un'arena pre-elettorale, è riuscito a delineare le sue opinioni su tutte le principali sfide che l'Europa deve affrontare, compresa la sicurezza.

Il presidente francese ha esortato l'Unione europea a stringere accordi in tal senso con la Russia, nel mezzo degli sforzi in corso per prevenire una possibile invasione russa nei confronti dell'Ucraina.

"È positivo - dice EMMANUEL MACRON - che gli europei e gli Stati Uniti si coordinino, ma è necessario che gli europei portino avanti un proprio dialogo.

Dobbiamo mettere insieme una proposta comune, una visione comune, un nuovo ordine di sicurezza e stabilità per l'Europa.

Dovremmo costruire come europei lavorando con altri europei e con la NATO, e poi proporre un negoziato con la Russia nelle prossime settimane".

La crisi degli anni '60

Non siamo sicuri che i diplomatici a Bruxelles siano stati contenti dei commenti di Macron per la sorta di "dissociazione" da Washington in questa fase.

A discutere tutti gli ultimi sviluppi sulla questione c'è l'ex primo ministro svedese e co-presidente del Consiglio europeo per le relazioni estere, Carl Bildt.

Dopo la maratona di colloqui tra Occidente e Russia, a che punto siamo adesso? Siamo ancora più vicini a un conflitto militare?

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"Ebbene, penso sia la situazione più pericolosa che abbiamo avuto in Europa dai primi anni '60, in effetti, perché quella che avevamo all'epoca vedeva protagonista il leader sovietico Krusciov.

Operò a Berlino durante la crisi, inviò missili nucleari a Cuba per sfidare gli americani, all'improvviso i suoi interventi aggressivi stavano per portarci sull'orlo di una guerra nucleare estremamente pericolosa, era d'obbligo fare marcia indietro.

Allo stesso modo, ora abbiamo un leader russo che improvvisamente cambia radicalmente l'ordine delle cose e questo è profondamente pericoloso: non sappiamo dove potremmo finire, ma è una situazione pericolosa".

**L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno messo in guardia la Russia sulle conseguenze estreme se dovesse intraprendere un'azione militare contro l'Ucraina. **Ma che tipo di sanzioni potrebbero davvero impedire alla Russia di farlo?

"Semplicemente non lo sappiamo: voglio dire, l'unica cosa che possiamo fare è chiarire al Cremlino che, se lo faranno, la cosa avrà enormi conseguenze per la Russia.

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In primo luogo, i problemi che incontreranno se faranno un'operazione militare in Ucraina saranno dati da migliaia di morti, milioni di rifugiati.

E poi, naturalmente, ci saranno le sanzioni sostanziali nell'accordo tra Stati Uniti e Unione europea".

Perchè sta succedendo adesso? Perché la Russia ha deciso di intensificare le tensioni con l'Occidente in questo determinato momento?

"Questa è un'ottima domanda per cui non abbiamo una risposta chiara: potrebbe essere che percepiscano che c'è una possibilità in questo momento per fare pressione sugli americani ed avere qualche concessione.

Ovvio che il Cremlino è principalmente interessato a parlare con la Casa Bianca, potendo imporre un eventuale accordo tra le parti agli europei: non è così che funzionano le cose nella realtà, ma è così che il tutto viene percepito dal Cremlino.

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Potrebbe darsi che vedano un'opportunità per avere una qualche influenza sugli americani dopo il ritiro dall'Afghanistan e dopo l'attenzione statunitense sul confronto con la Cina".

Con l'aumento della pressione da parte dell'Occidente, dovremmo aspettarci che Russia e Cina si avvicinino?

"Ebbene, in Russia hanno chiaramente l'intenzione di ottenere, in un modo o nell'altro, il sostegno di Pechino, qualunque cosa facciano.

Notiamo che il presidente Putin si recherà a Pechino per l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali e dopo aver parlato con Xi Jinping si aspetta che la Cina, se non lo supporti direttamente, lo faccia almeno tacitamente o in qualche modo lo sostenga.

Penso sia importante ma, qualunque cosa accada, la dipendenza dell'economia russa da quella occidentale è di gran lunga maggiore rispetto alla dipendenza dall'economia cinese".

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L'omaggio a Sassoli

Una persona la cui assenza è stata avvertita in modo significativo in aula è David Sassoli, già presidente del Parlamento europeo, deceduto inaspettatamente una decina di giorni fa.

I colleghi e i partner politici, lo scorso lunedì, gli hanno tributato un doveroso omaggio.

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